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Sperimentazione animale, TAR respinge richiesta stop della LAV a test su macachi

Sei macachi coinvolti in un progetto di ricerca delle università di Parma e Torino sono destinati a perdere parzialmente la vista nel corso di interventi chirurgici previsti per il prossimo anno. Il TAR del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dalla LAV. L’associazione animalista ricorrerà al Consiglio di Stato.
A cura di Andrea Centini
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Un macaco rhesus
Un macaco rhesus

Il Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio ha respinto la richiesta della Lega anti vivisezione (LAV) di sospendere la sperimentazione su sei esemplari di macaco, coinvolti in un progetto di ricerca delle università di Parma e Torino. Le sei scimmie sono destinate a essere rese parzialmente cieche attraverso interventi chirurgici che si terranno la primavera del prossimo anno, durante i quali verranno asportate porzioni della corteccia visiva. Come indicato in un comunicato pubblicato dall'Università degli Studi di Torino, nei macachi sarà prodotta "una macchia cieca, circoscritta ad una zona di pochi gradi del loro campo visivo e limitata ad un solo lato". I macachi resteranno dunque in grado di vedere nel restante campo visivo, "di spostarsi normalmente nell'ambiente ed interagire con i propri simili muovendo liberamente sguardo e testa". La lesione avrà dunque un impatto limitato sugli animali. Il progetto di ricerca “Lightup – Turning the cortically blind brain to see”, del quale potete leggere l'abstract in inglese cliccando su questo link, è stato finanziato con oltre 2 milioni di euro dall'Unione Europea.

Ad annunciare il rigetto del TAR della richiesta di sospensiva è stata la stessa LAV, con un post pubblicato su Facebook e un comunicato stampa disponibile sul sito dell'associazione animalista. Nonostante la sconfitta, accolta con “sconcerto”, la LAV ha annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato, nella speranza che si pronunci nelle prossime settimane sulla base delle “buone ragioni giuridiche e scientifiche” poste in essere nella richiesta di sospensiva. Il 21 aprile il TAR del Lazio si pronuncerà anche sul merito degli esperimenti.

I giudici del tribunale amministrativo laziale hanno chiesto alla stessa LAV di elencare le possibili alternative all'esperimento degli atenei di Torino e Parma, un aspetto che, si legge nel comunicato dell'associazione, “spetta al Ministero della Salute e al Consiglio Superiore di Sanità”. Nonostante il rigetto della richiesta di sospensiva, la LAV ha ottenuto una piccola vittoria: l'autorizzazione ad accedere alle relazioni legate all'esperimento, finora non consentita.

In base a quanto riportato dalla LAV, i sei macachi, ospitati in stabulari dell'Università di Parma, sono attualmente sottoposti a un lungo percorso di training in vista degli interventi chirurgici invasivi. Parti del corpo delle scimmie sarebbero tenute immobilizzate per lungo tempo, inoltre, stando a quanto indicato, nel loro cranio sarebbero state già impiantate delle viti. Questa circostanza è stata tuttavia smentita dal professor Marco Tamietto dell'Università di Torino, a capo del progetto di ricerca.

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