Sifilide, boom dei casi in Europa: +70% dal 2007 al 2017. In 10 anni 260mila diagnosi

Negli ultimi anni in Europa è stato registrato un vero e proprio boom di casi di sifilide, con un drammatico +70 percento registrato tra il 2010 e il 2017 (da 19mila casi a 33mila in un anno). Nei 30 Paesi dell'Unione Europea e del SEE (Spazio Economico Europeo), in solo dieci anni – tra il 2007 e il 2017 – sono state ben 260mila le diagnosi di questa malattia sessualmente trasmissibile rilevate dai sistemi sanitari nazionali. I drammatici dati sono contenuti in un nuovo rapporto recentemente pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
La situazione in Italia. Da diversi anni si registrano percentuali sempre più elevate relative ai casi di malattie trasmesse sessualmente, tra le quali la sifilide sta segnando i picchi più preoccupanti. In occasione del 56mo congresso dell'Associazione Dermatologi Ospedalieri (Adoi) è stato rilevato che nel nostro Paese le diagnosi di questa malattia sono aumentate del 400 percento dal 2000 al 2017. C'è preoccupazione anche per quanto concerne la gonorrea e la trasmissione dell'HIV, responsabile dell'AIDS; quest'ultima, tuttavia sembrerebbe statisticamente stabile. In base al nuovo rapporto pubblicato dall'ECDC, in Italia è stata rilevata un'impennata del 63 percento tra il 2007 e il 2017, col passaggio da 1002 a 1631 casi confermati dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Colpisce soprattutto gli uomini. Secondo quanto riportato dall'ECDC, le diagnosi di sifilide riguardano principalmente gli uomini, con tassi praticamente raddoppiati nel periodo preso in considerazione: da 6,1 casi per 100mila abitanti nel 2010 a 12,1 per 100mila abitanti nel 2017. Nelle oltre 150mila diagnosi fatte in Europa per le quali era noto l'orientamento sessuale del paziente, nel 62 percento dei casi (circa 94mila) si trattava di uomini omosessuali. Gli uomini eterosessuali rappresentavano il 23 percento, mentre le donne il 15 percento. Gli scienziati hanno rilevato anche una diminuzione nei casi di sifilide congenita, cioè quella trasmessa da madre a figlio.
Il commendo dell'esperto. “Esiste una chiara relazione tra il comportamento sessuale a rischio e il rischio di sifilide e di altre malattie trasmesse sessualmente”, ha dichiarato Andrew Amato-Gauci, uno dei dirigenti del programma ECDC sulle malattie sessualmente trasmissibili. “L'aumento delle infezioni da sifilide che vediamo in Europa, così come in altri paesi in tutto il mondo, sono il risultato di diversi fattori, come ad esempio il sesso senza preservativo e con più partner sessuali, combinati con una paura ridotta di contrarre l'HIV”. “Per invertire questa tendenza – ha aggiunto lo studioso – dobbiamo incoraggiare le persone a utilizzare il preservativo con partner nuovi e occasionali, anche gli esami regolari per la sifilide e altre infezioni a trasmissione sessuale dovrebbero essere parte del pacchetto, specialmente se c'è stato il rischio di infezione”.