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Siamo soli nell’Universo? Cento milioni di dollari per scovare ET

Soltanto nella Via Lattea vi sono 200 miliardi di stelle, e nell’Universo vi sono miliardi di galassie come la nostra. L’uomo può esser la sola specie vivente esistente? Il miliardario russo Yuri Milner è convinto del contrario. Per Stephen Hawking è “giunto il momento di sapere”.
A cura di R. Z.
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Un fondo da 100 milioni di dollari per dare una risposta ad una domanda che accompagna da sempre la nostra specie: siamo soli nell’Universo oppure da qualche parte vi sono altre forme di vita evoluta? La somma record, 10 milioni di dollari ogni anno per i prossimi 10 anni, è stata offerta dal filantropo russo Yuri Milner, imprenditore miliardario che possiede tra le altre cose, quote di Twitter, Facebook, Spotify e Alibaba. Nessuno fino a questo momento aveva mai messo sul piatto così tanti soldi per un progetto nel campo della cosiddetta Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence)

Un progetto ambizioso e senza precedenti. Il progetto, chiamato Breakthrough Listen, permetterà agli astronomi di tutto il mondo di analizzare i dati provenienti da oltre mille sistemi solari considerati “promettenti”. La cosa straordinaria, ha detto Milner, che si trovava nella sede della Royl Society di Londra accanto a scienziati del calibro di Stephen Hawking, Martin Rees e Frank Drake, è rappresentata dal fatto che gli astrofisici potranno scrutare le profondità del Cosmo per tantissime ore. Fino ad oggi i pochi fortunati che si cimentavano in questo campo potevano considerarsi dei privilegiati quando veniva concesso loro di usare i radiotelescopi per un giorno l’anno. Ora tutto sembra destinato a cambiare e gli scienziati potranno scrutare il cielo per migliaia di ore l’anno. “È un vero e proprio miracolo”, ha commentato entusiasta Frank Drake, ricercatore Seti alla University of California. Felice anche il collega Dan Werthimer, che ha descritto il Breakthrough Listen come un progetto “che va oltre i miei sogni”.

Saranno esplorate milioni di stelle. Il progetto di ricerca prevede una totale trasparenza e interscambio dei dati (anche sui social network), oltre all’utilizzo di nuovi potenti software e di alcuni telescopi tra i più potenti al mondo, il Green Park di 100 metri della West Virginia, negli Stati Uniti, e il Parkes di 64 metri del New South Wales, in Australia. Tutto questo permetterà di incrementare gli sforzi fatti da Seti con l’ultimo programma del 1990: si potrà captare una maggiore quantità di frequenze radio in minor tempo e coprire un’area di cielo dieci volte maggiore. Saranno esplorate milioni di stelle, tutta la Via Lattea e 100 galassie.

Stephen Hawking: "Dobbiamo sapere”. Parte dei 100 milioni di dollari, circa un terzo, servirà per la realizzazione di nuovi sistemi di osservazione, un altro 30% per pagare l’utilizzo dei radiotelescopi già esistenti, che si renderanno disponibili mettendo a disposizione le attrezzatture già operative e le restanti somme per pagare gli stipendi agli astronomi più promettenti. "E ‘molto probabile che non troveremo nulla – ha commentato Milner – ma questo progetto ci permetterà di gettare le basi per i decenni futuri”. Il timore di non raggiungere subito un risultato non deve spaventare gli astrofisici che anzi dovranno dare il massimo. Per Stephen Hawking “non c’è dubbio più grande” da svelare e ora è giunto il “tempo di impegnarsi per trovare” una risposta. “Siamo vivi, siamo intelligenti. Dobbiamo sapere”.

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