Sette impronte di un gigantesco uccello estinto scoperte per caso in Nuova Zelanda
Sette spettacolari impronte fossili di un gigantesco uccello estinto sono state trovate sull'Isola del Sud, in Nuova Zelanda. Le lasciò un moa, un uccello incapace di volare che poteva raggiungere i 3,6 metri di altezza per 240 chilogrammi di peso, ma c'è chi stima che arrivasse a sfiorare i 280 kg. Nonostante l'impressionante mole, questi uccelli appartenenti all'ordine dei Dinornithiformes non poterono nulla contro i Maori giunti in Nuova Zelanda nel 1300. In un solo secolo gli uomini li uccisero tutti quanti per mangiarli (ne esistevano nove specie).
Fortuna. A scovare per puro caso le impronte fossili, perfettamente conservate nell'argilla, è stato l'autotrasportatore Michael Johnston, che decise di rinfrescarsi assieme al suo cane in una piscina naturale associata al fiume Kyeburn, a circa 15 chilometri da Ranfurly. Subito dopo essersi tuffato, l'uomo si accorse delle enormi impronte, lunghe e larghe circa 30 centimetri. Contattò immediatamente il Museo di Storia Naturale di Otago, che si è subito attivato per i rilievi del caso. Con grande stupore ed emozione, i paleontologi neozelandesi hanno determinato che si trattava delle impronte del gigantesco moa; era la prima volta che venivano individuati simili reperti nell'Isola del Sud.
Ricerca. Gli scienziati sono stati estremamente fortunati; la lastra di argilla sulle quali erano depositate le impronte avrebbe potuto distruggersi in qualunque momento. È stata infatti portata alla luce di recente a causa dell'elevatissima umidità, che ha eroso lo strato di fango soprastante. I paleontologi le hanno rimosse una ad una e ora le cureranno per lo studio e la futura esposizione. Dalle analisi preliminari è stato determinato che il moa, quando lasciò le impronte, si muoveva molto lentamente e stava leggermente girando a destra. Poiché non è ancora stato possibile determinare con precisione la datazione dello strato di argilla, i ricercatori indicano che le impronte furono lasciate tra 1 e 12 milioni di anni fa.
Estinzione. Questi maestosi uccelli avevano un solo predatore naturale, l'aquila del Haast o aquila gigante della Nuova Zelanda (Harpagornis moorei) che aveva un'apertura alare stimata di circa 3 metri; quando i moa furono sterminati dall'uomo, anche il rapace fu condannato all'estinzione.