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Covid 19

Segnalato il primo caso di un paziente Covid contagiato anche dal virus del Nilo occidentale

La doppia infezione è stata segnalata in Spagna, in un uomo di 41 anni ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Siviglia: i test di laboratorio hanno confermato al positività a Sars-Cov-2 e al virus del Nilo occidentale.
A cura di Valeria Aiello
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La Spagna ha segnalato il primo caso di doppia infezione in un paziente Covid-19, contagiato anche dal virus del Nilo occidentale. Si tratta di un uomo di 41 anni, ricoverato con infezione da Sars-CoV-2 all’ospedale Virgen del Rocío di Siviglia, che dopo aver manifestato sintomi compatibili a quelli della meningite, è stato sottoposto agli opportuni controlli che hanno rivelato la sua positività anche al virus del Nilo occidentale.

Primo caso di doppia infezione in un paziente Covid

La coinfezione è stata confermata dalla Direzione Generale della Sanità dell’Andalusia, come riportato dall’ematologo Salvador Oyonarte, membro del Comitato Scientifico per la Sicurezza Trasfusionale del Ministero della Salute e responsabile della Rete Andalusa di Medicina Trasfusionale, Tessuti e Cellule. “Non ci sono altre segnalazioni di pazienti coinfettati – ha affermato Oyonarte – . Il paziente colpito presenta un quadro clinico atipico, per il quale è molto importante risalire alla data di comparsa della sintomatologia”.

Non è ancora noto quando il paziente ha iniziato a manifestare i primi sintomi dell’infezione da virus del Nilo occidentale o se le condizioni di salute dovute a Covid-19 lo abbiamo reso più suscettibile a sviluppare la meningoencefalite causata dalla febbre del Nilo. “È difficile saperlo, è un giovane e non si può ancora stabilire una relazione, se abbia contratto prima il coronavirus o se una zanzara lo ha punto mentre era in casa” ha aggiunto Oyonarte.

Ciò che però ha maggiormente attirato l’attenzione degli esperti è il periodo dell’anno in cui si è verificata l’infezione e, in particolare, il fatto che questo caso non è stato preceduto, come accaduto in passato, dalla segnalazione di infezioni in altri animali, in particolare in uccelli e cavalli. “Il virus si diffonde quando ci sono molte zanzare e le temperature sono molto più alte – ha spiegato Elisa Pérez, virologa veterinaria presso l'Animal Health Research Center (INIA-CISA) – . Non sappiamo se si tratti di una coincidenza o se vengono effettuati ulteriori test di controllo nei casi di pazienti con meningite, ma ciò che è allarmante è che il virus sia stato rilevato prima negli esseri umani che negli animali”.

Secondo quanto ricostruito dai media spagnoli, l’uomo ha iniziato a sentirsi male lo scorso 25 maggio, accusando dolore al petto che, in un primo momento, si è evoluto senza febbre, portando i medici a ritenere che si trattasse di un’allergia stagionale. Risultato negativo a un primo test antigenico, il paziente ha poi mostrato le prime linee di febbre, per cui è stato posto in isolamento per il sospetto di Covid-19 e valutato con test molecolare PCR che ha dato esito positivo. Le sue condizioni, complicate dall’evidenza di polmonite, hanno richiesto il ricovero in ospedale, dove sono stati rilevati i sintomi neurologici dell’infezione da virus del Nilo occidentale. Attualmente, il paziente è ricoverato in terapia intensiva.

Appresi i risultati dei test, tutti i protocolli sono stati immediatamente attivati, così come le misure di sanità pubblica previste – ha indicato il Ministero della Salute in una nota – . I campioni clinici raccolti saranno inviati al laboratorio di riferimento (Hospital Virgen de las Nieves di Granada) e al Centro nazionale di microbiologia”.

Il virus del Nilo occidentale, un patogeno appartenente al genere flavivirus di cui fanno parte anche il virus della febbre gialla, il virus dell'encefalite di Saint-Louis, il virus dell'encefalite di Murray Valley e il virus dell'encefalite giapponese, è trasmesso principalmente da diverse specie di zanzare, in particolare da quelle appartenenti al genere Culex. Pertanto, tutti i fattori che favoriscono la proliferazione delle zanzare, come i ristagni di acqua e le condizioni climatiche con alte temperature, possono determinare un aumento dei contagi. Nelle zone temperate i casi si verificano generalmente tra la fine dell’estate e l’inizio dell'autunno mentre nelle regioni più calde il virus può essere trasmesso tutto l’anno.

Gli uccelli hanno un ruolo determinante nella diffusione virale, essendo l’animale più comunemente infettato e rappresentando il primo serbatoio di infezione. Le zanzare e, in particolare quelle del genere Culex, pungendo gli uccelli contraggono l’infezione e, attraverso il morso, possono quindi trasmetterlo agli altri animali, uomo compreso. In Spagna, l’estate scorsa, durante la transizione tra la prima e la seconda ondata di Covid-19, è stata confermata l’esistenza di un focolaio nelle rive del Guadalquivir, in particolare le province di Siviglia e Cadice, che ha provocato 71 infezioni nell’uomo, causando la morte di sette persone. Alcuni casi di contagio nell’uomo si sono verificati anche in Italia, con le ultime segnalazioni che risalgono a settembre 2019.

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