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Se ami troppo i cibi grassi, la colpa è (anche) dei tuoi geni

Uno gruppo di ricercatori di Cambridge avrebbe osservato , per la prima volta sugli esseri umani, il legame tra l’alterazione di un gene e la tendenza a preferire cibi grassi.
A cura di Nadia Vitali
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Leabitudini alimentari sono fortemente condizionate dalla cultura a cui si appartiene, dall'ambiente in cui si vive, spesso dalle mode del momento; ma una parte importante nelle nostre preferenze in fatto di cibo potrebbe giocarla anche il nostro patrimonio genetico. Uno studio opera dei ricercatori della University of Cambridge, e pubblicato da Nature Communications, ha mostrato come specifiche varianti genetiche degli esseri umani sarebbero direttamente correlate alle scelte alimentari. Il lavoro potrebbe avere importanti implicazioni anche negli studi sull'obesità, condizione sempre più pericolosamente diffusa in Europa e nel nostro Paese.

In precedenza, alcuni esperimenti sui topi avevano evidenziato che l'alterazione di un particolare circuito cerebrale, che coinvolge il recettore per l'ormone melanocortina-4 (MC4R), portava gli animali a mangiare cibi grassi in gran quantità; curiosamente, però, la medesima caratteristica genetica portava a mangiare molto meno zucchero. Fino ad oggi, però, non era stato possibile chiarire se tali comportamenti potessero essere validi anche per gli esseri umani: i ricercatori di Cambridge hanno deciso di verificarlo, arruolando diversi volontari.

Più grassi…

Ai partecipanti – 20 di corporatura magra, 20 persone obese e 14 recanti l'alterazione nel gene MC4R – è stato offerto del korma di pollo (una ricetta indiana molto speziata) in tre versioni differenti: una con un basso contenuto di grassi (20%), una media (40%) ed una particolarmente grassa (60%); l'aspetto e il sapore delle tre pietanze, tuttavia, era lo stesso. Dopo aver preso un piccolo assaggio di ciascuna delle tre, i volontari potevano servirsi liberamente da uno dei tre korma dei quali non conoscevano le differenze in termini di contenuto. Gli studiosi hanno così osservato che i portatori del difetto del gene MC4R hanno mangiato quasi il doppio (95%) dei partecipanti magri e oltre il 65% in più rispetto a quelli obesi.

… E meno zuccheri

L'esperimento è proseguito, somministrando un dolce chiamato Eton mess, a base di fragole, panna montata e meringa sbriciolata. Ancora una volta, le opzioni prevedevano un contenuto calorico moderato (8%), medio (26%) ed elevato (54%), ma un contenuto di grassi fisso: stranamente, mentre i magri e gli obesi hanno ammesso di preferire l'Eton mess con più zucchero, gli individui con la mutazione del gene MC4R hanno dimostrato di non apprezzare particolarmente le grosse quantità di zucchero.

Ma quante probabilità ci sono di avere un difetto nel gene MC4R? Piuttosto alte, se si pensa che una persona obesa su 100 ne è portatrice: il che – spiegano i ricercatori – può costituire un grave problema perché predispone naturalmente a comportamenti alimentari scorretti o al mettere su peso; in realtà sono diversi i geni coinvolti in questi meccanismi e il loro impatto sulle abitudini alimentari andrebbe certamente studiato ed approfondito in futuro.

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