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Scoperto pianeta nella zona abitabile di una stella a soli 12 anni luce da noi: sarà la nuova Terra?

Grazie allo strumento HARPS installato su un telescopio dell’Osservatorio di La Silla (Cile) un team di astronomi internazionale ha individuato tre nuovi esopianeti rocciosi a soli 12 anni luce di distanza dalla Terra. Il più promettente, Gliese 1016 d, orbita nella zona abitabile della stella e potrebbe avere acqua liquida sulla superficie e un’atmosfera respirabile. Non si esclude la presenza della vita.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ESO/M. Kornmesser
Credit: ESO/M. Kornmesser

Un pianeta extrasolare roccioso che orbita nella zona abitabile della propria stella (Gliese 1016) è stato scoperto ad “appena” 12 anni luce dalla Terra. All'interno dello stesso sistema ne sono stati individuati altri due piuttosto simili; uno si trova ai limiti della zona abitabile circumstellare, mentre l'altro è all'esterno di essa. Per zona abitabile circumstellare (CHZ) si intende la fascia di spazio attorno a una stella all'interno della quale un pianeta può ospitare acqua liquida sulla superficie. Ciò significa che il pianeta roccioso più promettente dei tre, Gliese 1016 d, potrebbe essere un gemello della Terra, con temperature gradevoli, un'atmosfera respirabile e magari vita aliena, pronto ad “accoglierci” in un lontano futuro.

La scoperta. A intercettare i tre pianeti è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi dell'Università Georg-Augus di Gottinga, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di Astrofisica dell'Università dell'Andalusia (Spagna), della Scuola di Scienze Fisiche dell'Università Open (Regno Unito), dell'Università del Cile e di molti altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dal professor S. Dreizler, docente presso l'Istituto di Astrofisica dell'ateneo tedesco, hanno individuato i tre corpi celesti grazie allo spettrografo HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) installato su un telescopio di 3,6 metri all'Osservatorio di La Silla, in Cile. La tecnica utilizzata non è stata quella “classica” del transito, che rintraccia i pianeti valutando variazioni di luminosità nella stella di riferimento, bensì quella della velocità radiale, legata all'analisi delle “oscillazioni” della stella causate dall'interazione gravitazionale tra l'astro e i potenziali pianeti in orbita.

Sistema promettente. Gliese 1016 è una nana rossa, una stella molto più piccola e fredda del Sole, dunque la zona abitabile è più vicina rispetto a quella del Sistema solare. Il pianeta più promettere, Gliese 1016 d, è il più esterno dei tre, compie un'orbita completa attorno alla stella ogni 13 giorni (la durata di un anno) e ha una massa 1,68 volte quella della Terra. Il pianeta intermedio, Gliese 1061 c, ha una massa 1,75 volte quella della Terra e compie un'orbita ogni 6,7 giorni. L'esopianeta più vicino e dunque rovente, Gliese 1016 b, impiega solo 3,1 giorni per compiere un'orbita completa e ha una massa di 1,38 volte quella della Terra. La stella del sistema è molto simile a Proxima centauri, l'astro più vicino al Sistema solare (4 anni luce), ma a differenza di questa è molto meno “irrequieta”. Le nane rosse di solito emettono radiazioni devastanti che possono spazzare via l'atmosfera dei pianeti vicini, ma Gliese 1016, sita a un'estremità della costellazione dell'Orologio, sembra avere un'attività sensibilmente inferiore. Non si esclude possa essere stata molto attiva in passato, spazzando via le potenziali atmosfere dagli esopianeti.

Distanza. In termini astronomici 12 anni luce di distanza sono un'inezia, tuttavia sono sempre troppi per le nostre attuali tecnologie: per raggiungere Gliese 1016 d impiegheremmo infatti circa tremila anni. Per capire se abbia un'atmosfera e di che tipo dovremo attendere il lancio del nuovo super Telescopio Spaziale Jamess Webb. I dettagli sui tre esopianeti sono stati pubblicati su arXiv, in attesa della pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

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