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Scoperto il buco nero che sputa gas a un milione di km/h

Un team di ricerca internazionale che comprende anche una ricercatrice italiana ha scoperto l’origine delle eiezioni di gas al centro delle galassie.
A cura di Redazione Scienze
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L'evaporazione dei buchi neri rispetta il secondo principio della termodinamica.
L'evaporazione dei buchi neri rispetta il secondo principio della termodinamica.

Come eruzioni nel mezzo delle galassie, gli astronomi osservano da tempo getti di gas che si studiano attraverso modelli teorici. Queste eiezioni si trovano così spesso al centro delle galassie da suggerirne un ruolo preciso nella formazione delle isole stellari. Come avviene tale fenomeno, però, non era noto finché un team di ricercatori inglesi ed olandesi non ha scoperto la causa dei getti di gas. Nel gruppo di studiosi è presente peraltro anche una ricercatrice italiana, Raffaella Morganti, professoressa presso l’Astronomy Kapteyn Institute di Groningen e direttrice del  gruppo Astron. La stessa scoperta si colloca nell'ambito del progetto di ricerca proposto all’European Research Council dalla ricercatrice italiano e finanziato con 2,5 milioni di euro. Ma il ruolo della ricerca europea non si ferma qua, dal momento che del Vecchio Continente è anche la strumentazione: l'osservazione è stata effettuata attraverso il Very Large Telescope dell'osservatorio europeo ESO in Cile.

Oggetto dell'osservazione è stato il buco nero al centro della galassia IC5063, che espelle molecole di idrogeno accelerate da elettroni fino a raggiungere una velocità di un milione di chilometri orari. L'eiezione di gas contribuisce alla formazione delle isole stellari e, di conseguenza, a quella di una particolare regione della galassia. Si tratta dunque di un passo importante per la conoscenza dell'Universo e, nello specifico, della "nostra" Via Lattea.

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