Scoperti 83 buchi neri supermassicci risalenti all’Universo primordiale: ecco come

Ottantatre nuovi buchi neri supermassicci risalenti all'Universo primordiale sono stati scoperti grazie alla sensibilissima fotocamera equipaggiata sul Telescopio Subaru, posizionato alle Hawaii. Secondo i calcoli degli autori dello studio, questi mostruosi “cuori di tenebra” con una massa pari a milioni (o miliardi) di volte quella del Sole erano già presenti 800 milioni di anni dopo il Big Bang, l'evento che 13,8 miliardi di anni fa diede avvio all'espansione dell'Universo. A individuarli è stato un team di ricerca internazionale composto da studiosi dell'Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone (NAOJ), dell'Istituto Kavli IPMU, dell'Università di Tokyo, dell'Organizzazione KEK, dell'Academia Sinica Institute for Astronomy and Astrophysics di Taiwan (ASIAA) e della prestigiosa Università di Princeton (Stati Uniti).

A caccia di quasar. Ma come hanno fatto a scoprire così tanti buchi neri se si tratta di oggetti invisibili? Gli scienziati guidati dal professor Yoshiki Matsuoka, docente presso l'università giapponese di Ehime, sono andati a caccia dei cosiddetti quasar (Quasi-Stellar Radio Source), nuclei galattici luminosissimi che si formano quando un buco nero supermassiccio divora gas e polveri. In parole semplici, l'attrito di questo materiale che scivola nei buchi neri emette una fortissima radiazione elettromagnetica; in pratica, “accende” i mostruosi oggetti celesti e li rende individuabili.

Occhi al cielo. Matsuoka e colleghi si sono serviti della sofisticata Hyper Suprime-Cam (HSC), una fotocamera installata sul Telescopio Subaru dell'Osservatorio Nazionale Astronomico del Giappone, sito sulla cima del vulcano Maunakea alle Hawaii. Le osservazioni sono state condotte per 300 notti spalmate in cinque anni. L'analisi dei dati raccolti, condotta da diversi team di astronomi, ha fatto emergere gli 83 nuovi buchi supermassici in una regione dove ne erano stati trovati già altri 17. Gli oggetti, come indicato, risalgono a circa 13 miliardi di anni fa, quando l'Universo era “nato” soltanto da 800 milioni di anni. Grazie a questa scoperta, gli scienziati proveranno a saperne di più sulla formazione e sull'evoluzione precoce dei buchi neri supermassicci, che sfida gli attuali modelli teorici. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati in cinque distinti studi (1, 2, 3, 4 e 5) sulle riviste scientifiche The Astrophysical Journal e Publications of the Astronomical Society of Japan (PASJ).