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Scoperta una molecola che migliora i risultati della terapia anti-cancro

Possibile svolta nella cura dei tumori dai ricercatori del Georgia Cancer Center dell’Università di Augusta, riusciti a migliorare gli esiti dell’immunoterapia oncologica mediante l’espressione di STAT5, una molecola che gioca un ruolo chiave nella trasduzione del segnale.
A cura di Valeria Aiello
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L’immunoterapia oncologica rappresenta un approccio relativamente nuovo nella cura dei tumori, considerata l’ultima frontiera nella lotta contro il cancro dopo la chirurgia, la chemioterapia e la radiotepia. L’idea di base è quella di combattere la malattia come se fosse un’infezione, attivando e rinforzando il sistema immunitario del paziente, dunque spingendolo ad attaccare le cellule tumorali. Tra le diverse tipologie e modalità di azione, quella che utilizza cellule immunitarie (i linfociti T) che trasportano una molecola sintetica chiamata recettore chimerico dell’antigene (CAR), si è rivelata efficace per alcuni tumori, anche se in tutto il mondo sono in corso sperimentazioni per altre indicazioni terapeutiche.

Possibile svolta per l'immunoterapia T-CAR

Tra queste si inserisce la ricerca condotta dai ricercatori del Medical College of Georgia l’Università di Augusta che ha recentemente individuato un nuovo approccio che permette alle cellule T-CAR di rimanere attive più a lungo, dunque di attivare una migliore risposta del sistema immunitario contro la malattia. La scoperta, descritta nello studio pubblicato sulla rivista Science Immunology, ruota attorno alla molecola STAT5, una molecola che gioca un ruolo chiave nella trasduzione del segnale. Quando mantenuta nella forma attiva nelle cellule T-CAR, STAT5 ha mostrato di “migliorare notevolmente i risultati terapeutici della terapia con cellule T-CAR nei modelli di linfoma a cellule B di topo” ha affermato l’autore principale dello studio, il professore Gang Zhou , docente presso il Dipartimento di Medicina presso il Medical College of Georgia e membro della facoltà del programma Cancer Immunology, Inflammation and Tolerance presso il Georgia Cancer Center. “Uno dei punti salienti del nostro studio è che rivela come STAT5 ottimizza la funzione delle cellule T CD4 +, un sottoinsieme di cellule T che gioca un ruolo fondamentale nell’orchestrare risposte immunitarie antitumorali efficaci”.

Nel dettaglio, Zhou e i suoi colleghi hanno osservato che l’attivazione persistente di STAT5 “riprogramma” il panorama epigenetico nelle cellule T CD4 + per guidare la polifunzionalità e l’immunità antitumorale. “Quando un paziente riceve cellule T-CAR – ha aggiunto Zhou – una serie di ostacoli possono far deragliare la terapia. In particolare, le cellule T CAR possono essere bloccate e non riuscire a raggiungere i siti tumorali, oppure possono essere di breve durata o diventare disfunzionali dopo aver incontrato le cellule tumorali. La nostra ricerca mostra che aggiungendo una molecola STAT5 attivata, queste cellule T possono trovare la loro strada verso il tumore e possono rimanere attivo dopo aver eliminato le cellule tumorali. Questa molecola STAT5 può anche aiutare le cellule T CAR a sopravvivere più a lungo nel corpo per prevenire il ritorno delle cellule tumorali”.

Sebbene il lavoro sia attualmente limitato alle indagini di laboratorio, i ricercatori sperano che l’applicazione possa arrivare in tempi brevi alla pratica clinica. “Serviranno ancora ricerche prima che l’approccio di attivazione di STAT5 possa essere applicato agli esseri umani, incluso lo sviluppo di una forma umana di molecola attiva STAT5 simile a quella utilizzata nei modelli murini. Inoltre, i profili di sicurezza e tossicità di questa applicazione dovranno essere valutati in modo più rigoroso ma siamo fiduciosi che alcuni progressi tecnologici dell’ingegneria genetica delle cellula T possano essere utilizzati insieme alla strategia di ingegneria STAT5 per garantire un’applicazione efficace e sicura delle immunoterapie delle cellule T CAR”.

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