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Scoperta nuova specie di scimmia, ma è già in pericolo critico di estinzione: ne restano solo 250

Un team di ricerca internazionale guidato da primatologi tedeschi del German Primate Center presso il Leibniz Institute for Primate Research (Gottinga), grazie ad approfondite indagini sul campo, sequenziamento del DNA e analisi morfologiche sono riusciti a identificare una nuova specie di scimmia, il langur Popa. Purtroppo ne restano soltanto 250 esemplari e la specie è già in pericolo critico di estinzione.
A cura di Andrea Centini
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Attraverso analisi di sequenziamento genomico, indagini morfologiche e ricerche sul campo durate per anni è stata scoperta una nuova specie di scimmia in Birmania (o Myanmar). Nonostante sia appena stata identificata dagli scienziati, la specie, che parte della famiglia Cercopithecidae, è stata già inclusa con codice CR nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), ciò significa che è in pericolo critico di estinzione. La ragione risiede nel fatto che ne esistono soltanto 200-250 esemplari in natura, un numero assai esiguo la cui sopravvivenza è messa a repentaglio dai cacciatori di frodo e dalla costante perdita di habitat naturale.

Il primate, chiamato dai ricercatori langur Popa (Trachypithecus popa), vive solo ed esclusivamente in Birmania, e i pochi esemplari sono suddivisi in quattro distinte popolazioni. La più numerosa – composta da un centinaio di individui – vive sul monte Popa, da cui deriva il nome comune. Si tratta di un vulcano inattivo alto oltre 1.500 metri sito nella regione di Mandalay, a circa 50 chilometri di Bagan (o Pagan), città che fu capitale di antichi regni nella storia birmana. Il genere Trachypithecus a cui appartiene la nuova specie è composto da scimmie snelle e agili, con una lunghezza massima di 80 centimetri e un peso massimo di 15 chilogrammi. In Italia sono note come langur o presbiti, mentre il nome indonesiano è lutung. Langur Popa ha una colorazione tra il grigio e il bianco, ed ha una lunghissima e sottile coda, come mostra la foto D qui in basso.

Nelle foto C e D la nuova specie langur Popa. Credit: Zoological Research
Nelle foto C e D la nuova specie langur Popa. Credit: Zoological Research

A scoprire e descrivere la nuova specie è stato un copioso team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi del German Primate Center presso il Leibniz Institute for Primate Research di Gottinga, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Australian Museum Research Institute; della Wildlife Conservation Society (WCS); del WWF e di numerosi altri centri di ricerca sparsi per il mondo. Poiché i langur del genere Trachypithecus sono molto simili fra loro, con alcune piccole differenze nel cranio, nei molari, nella colorazione del pelo e nella lunghezza della coda, per discernere la nuova specie è stato necessario condurre approfondite analisi di sequenziamento genetico. Il DNA di un esemplare ospitato da oltre 100 anni presso per il London Natural History Museum (NHM) ha permesso agli studiosi guidati dal primatologo Christian Roos del Primate Genetics Laboratory di avere la certezza che si trattasse di una nuova specie.

“Abbiamo analizzato 72 sequenze di primati e 53 di queste provenivano dal genere Trachypithecus a cui appartiene questa nuova specie. È stato dopo aver combinato i risultati del sequenziamento dei campioni del museo, dei campioni fecali delle popolazioni raccolte in natura e una revisione dei campioni del museo che siamo stati in grado di trarre la conclusione che stavamo lavorando con una nuova specie”, ha dichiarato a IFLScience il dottor Roberto Portela Miguez, curatore senior dei mammiferi presso l'NHM. Poiché il langur Popa è così minacciato, gli scienziati chiedono alle autorità che sia fatto tutto il possibile per tutelare la nuova specie, parte delle cui popolazioni fortunatamente già vive in una riserva naturale protetta. I dettagli della ricerca “Mitogenomic phylogeny of the Asian colobine genus Trachypithecus with special focus on Trachypithecus phayrei (Blyth, 1847) and description of a new species” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Zoological Research.

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