Scoperta la ''massa mancante'' dell'Universo. Giovane ricercatrice risolve un mistero dell'astrofisica in soli tre mesi
Una studentessa di ingegneria aerospaziale ha risolto un problema che ha lasciati perplessi astrofisici per decenni. Amelia Fraser-McKelvie ha scoperto la cosiddetta "massa mancante" dell'Universo nel giro di soli tre mesi. La 22enne australiana ha svolto uno stage col team della Scuola di Fisica dell'Università Monash di Melbourne, riuscendo a localizzare, grazie a particolari tecniche a raggi X, il materiale sconosciuto all'interno di vaste strutture chiamate "filamenti di galassie". Gli scienziati di astrofisica sono stati per lungo tempo in difficoltà, nella convinzione che la massa superiore dell'universo fosse già distinguibile nei pianeti, nella polvere cosmica e nelle stelle che formano la stragrande maggioranza di ciò che è conosciuto. Una tesi, tuttavia, campata in aria e non dimostrabile in alcun modo. Si stima che circa la metà della massa necessaria per mantenere l'universo in funzione fosse "mancante". Amelia, insieme ai colleghi Kevin Pimbblet e Kevin Pimbblet e Jasmina Lazendic-Galloway, ha trovato proprio parte della massa sconosciuta.
"Se effettuiamo uno studio molto, molto distante dalla Terra riusciamo a rilevare la massa dell'Universo, ma se cerchiamo più vicino alla Terra, noi scoviamo solo la metà della massa che ci aspettiamo di vedere", ha detto la studentessa. "Questo è ciò che viene definito il problema della massa mancante. La comunità di scienziati ha teorizzato che questa massa consiste in filamenti che si estendono tra ammassi di galassie, così abbiamo provato e confermato questa previsione, rilevando che è proprio così."
Amelia Fraser-McKelvie
La ragazza – selezionata l'estate scorsa in qualità di stagista per collaborare per un periodo di sei settimane ad un progetto di ricerca astrofisica – è rimasta stupefatta quando è si imbattuta nella massa mancante, e in un primo momento non si è resa conto di ciò che aveva scoperto. Dopo aver mostrato il suo lavoro ai colleghi più esperti ha potuto confermare quanto immaginato.
Il trio ha pubblicato un articolo sulla massa mancante su una delle riviste scientifiche più antiche e prestigiose del mondo, il Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Un'altra importante scoperta dopo Gliese 581d, il pianete dove è possibile la terra.
Kevin Pimbblet afferma che la scoperta potrebbe portare alla costruzione di nuovi telescopi appositamente progettati per studiare la massa dell'Universo. Il dottore ha ammesso la scoperta è stata soprattutto accademica, tuttavia sono diverse i precedenti studi fisici che hanno portato a sviluppi di diverse altre tecnologie: "Ogni volta che parlo con persone che hanno un certa influenza, politici e così via, a volte mi chiedono: "Perché dovrei investire nella ricerca fisica?" E io rispondo: "Hai un telefono cellulare? Beh forse dovresti sapere che è nato grazie a uno studio sui buchi neri".