Scoperta in Brasile una nuova variante del coronavirus “simile alla sudafricana”
Nello Stato di San Paolo, in Brasile, è stata scoperta una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2. Al momento non ci sono molti dettagli su di essa, tuttavia il professor Dimas Covas, presidente dell'Istituto di Biomedicina “Buntatan” che l'ha identificata, durante una conferenza stampa ha dichiarato che è molto somigliante alla variante sudafricana (B.1.351 e 501Y.V2). Ciò significa che molto probabilmente è portatrice della mutazione E484K sulla proteina S o Spike. Questa modifica genetica, secondo gli esperti, sarebbe associata a una ridotta sensibilità agli anticorpi, sia quelli innescati da una precedente infezione naturale da SARS-CoV-2 che quelli indotti dai vaccini. Non a caso è annoverata tra le principali “varianti di preoccupazione” assieme all'inglese B.1.1.7 e alla brasiliana P.1 (Variant of Concern 202101/02 e 20J / 501Y.V3)
La paziente in cui è stata identificata la nuova variante brasiliana è una donna di 34 anni, che fortunatamente ha sperimentato una malattia lieve e un esito clinico favorevole. Dopo le prime analisi dei suoi campioni biologici gli scienziati brasiliani hanno creduto di avere a che fare col primo caso di variante sudafricana nel Paese, come dichiarato dal dottor Paulo Menezes, coordinatore del Contingency Center per l'emergenza sanitaria a San Paolo. Indagini genomiche più approfondite, tuttavia, hanno evidenziato che si tratta di un lignaggio molto simile a quello sudafricano, ma con alcune differenze (la paziente ha dichiarato di non aver mai viaggiato in Sudafrica). Secondo il professor Covas potrebbe trattarsi di una variante completamente nuova, emersa spontaneamente, oppure di una evoluzione della variante brasiliana P.1, che circola in modo consistente soprattutto nello Stato dell'Amazzonia.
Anche la variante brasiliana P.1 è portatrice della mutazione E484K, e sarebbe responsabile di un'ondata di reinfezioni soprattutto nella città di Manaus, dove è stata identificata per la prima volta. La popolosa città amazzonica fu duramente colpita durante la prima ondata della pandemia, a tal punto che si pensava avesse addirittura raggiunto l'immunità di gregge. Ma il numero enorme di infezioni registratesi tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021 hanno messo in evidenza i rischi rappresentati dalle varianti "elusive", proprio come quella appena identificata a Sorocaba, nello Stato di San Paolo. Le autorità sanitarie non hanno comunicato se la trentaquattrenne sia una residente del posto o provenga da fuori, dunque la provenienza della nuova variante è ancora da determinare.
Il Dipartimento della Salute di Sorocaba, ad oggi, ha identificato cinque varianti del coronavirus SARS-CoV-2 circolanti nella città; dei sei casi confermati nel comune, come riportato dal quotidiano brasiliano o Globo, quattro sono deceduti. Tra le varianti coinvolte vi sono quella inglese, la P.1 e un'altra identificata in precedenza sempre in Brasile. Non sono noti i tassi di incidenza delle diverse varianti sul territorio nazionale, ma il Paese sudamericano sta vivendo una fase drammatica della pandemia; è infatti secondo al mondo per numero di contagi (quasi 13 milioni) e morti (321mila) dopo gli Stati Uniti, e solo nell'ultimo giorno ha raggiunto il nuovo record di vittime in 24 ore, 3.780, con circa 85mila nuove infezioni.