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Sclerosi multipla: per la prima volta al mondo, paziente trattato con staminali neurali

Per la prima volta al mondo è stato trattato un paziente affetto da sclerosi multipla con cellule staminali neurali. Il trattamento offre nuove speranze contro la malattia.
A cura di Zeina Ayache
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Per la prima volta al mondo, l’unità operativa di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano ha trattato un paziente affetto di sclerosi multipla cronica in stadio avanzato con cellule staminali neurali. Si tratta di una terapia, chiamata STEMS, che è il frutto di 10 anni di ricerca svolta proprio dal gruppo del professore Gianvito Martino, Direttore Scientifico dell’Ospedale San Raffaele e capo Unità di ricerca in Neuroimmunologia, mentre ad implementare il protocollo clinico è stato il Centro Sclerosi Multipla, diretto dal professor Giancarlo Comi, primario e direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale.

Terapia innovativa. Dall’IRCCS spiegano che la terapia STEMS “consiste in un’infusione di cellule staminali neurali, cellule progenitrici in grado di specializzarsi in tutti i tipi di cellule nervose”. Attraverso puntura lombare, le cellule vengono iniettate nel liquido cerebrospinale grazie al quale raggiungono prima il cervello e poi il midollo spinale dove possono finalmente agire.

Da dove arrivano le cellule. Le cellule staminali neurali destinate al trapianto sono di origine fetale e, spiegano i ricercatori, “sono state preparate grazie alla collaborazione con il Laboratorio di Terapia Cellulare Stefano Verri, sostenuto della Fondazione Matilde Tettamanti e Menotti De Marchi Onlus”.

Dopo l’infusione. Dopo aver ricevuto l’infusione, i pazienti verranno tenuti sotto osservazione per un periodo limitato in ospedale e poi potranno tornare a casa e verrano seguiti per i successivi due anni. L’obiettivo dei ricercatori è dunque testare la sicurezza e la tollerabilità del trattamento, oltre alla sua efficacia. “Si tratta di un traguardo fondamentale per i pazienti e per le loro famiglie, che hanno sostenuto la ricerca in tutti questi anni con pazienza e speranza” hanno commentato i ricercatori.

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