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Sclerosi multipla, migliorano i sintomi grazie allo yoga e all’attività in acqua

Lo sport, come lo yoga e le attività in acqua, hanno effetti positivi su alcuni sintomi legati alla sclerosi multipla, come stanchezza, depressione e parestesia.
A cura di Zeina Ayache
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La pazienti che soffrono di sclerosi multipla possono trarre benefici dallo yoga e dagli esercizi in acqua, secondo i ricercatori infatti questo tipo di attività sportive riducono il senso di stanchezza, la depressione e i formicolii agli arti, conosciuti anche come parestesia. A darne conferma sono i ricercatori dell’iraniana Kermanshah University of Medical Sciences che su Medicine & Science in Sports & Exercise hanno pubblicato lo studio intitolato “Exercising Impacts on Fatigue, Depression, and Paresthesia in Female Patients with Multiple Sclerosis”.

Cos’è la sclerosi multipla
Lo studio
Gli effetti dello sport
Conclusioni

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune cronica demielinizzante che ha effetti devastanti sul corpo e sulla mente dei pazienti, tra i sintomi più comuni infatti si registrano stanchezza, depressione e parestesia. Consapevoli degli effetti benefici che, di solito, lo sport ha sulle persone, i ricercatori ne hanno voluto analizzare gli effetti su un gruppo di pazienti.

Per farlo, gli scienziati hanno chiesto la partecipazione di 54 donne suddivise in tre gruppi ad ognuno dei quali è stata assegnata un’attività: yoga, esercizi in acqua (da svolgere 3 volte a settimana per 8 settimane) e gruppo di controllo senza attività. La terapia farmacologica della pazienti è rimasta invariata e ad ognuna di loro è stato chiesto di rispondere ad un questionario riguardante proprio lo sviluppo dei vari sintomi (stanchezza, depressione e parestesia appunto).

I risultati ottenuti dalle pazienti “attive” hanno mostrato una diminuzione significativa dei sintomi della malattia, mentre per il gruppo di controllo i ricercatori hanno registrato un livello di depressione 35 volte superiore rispetto alle donne che avevano praticato yoga e attività in acqua.

Lo studio, spiegano i ricercatori, dimostra l’importanza di unire, alle terapie farmacologiche, anche l’attività sportiva come complemento utile al miglioramento delle condizioni di salute delle pazienti.

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