Scegliamo i nomi per le valli e i crateri di Plutone
C’è tempo fino al 24 aprile per aiutare a battezzare rilievi, crateri ed avvallamenti individuati recentemente su Plutone grazie alla missione NASA New Horizons. Per farlo, basta andare su ourpluto.org e seguire le istruzioni.
In attesa del passaggio radente
Il contest era partito a marzo e l’agenzia spaziale americana ha annunciato di voler prolungare i tempi per consentire a più persone possibile di prendere parte al voto: una scelta che, spiegano, nasce dal grande successo dell’argomento, ravvisabile nelle tantissime sottoscrizioni. «Questa campagna non soltanto rivela quanto alto sia l’interesse pubblico per la missione ma aiuta anche gli stessi ricercatori, i quali non avranno tempo per trovare nomi durante i giorni del flyby ma potranno così presentare ufficialmente una libreria già pronta di nomi all’International Astronomical Union» ha speigato Jim Green, direttore della Planetary Science Division della NASA.
Da tutto il mondo per battezzare Plutone
L’IAU è l’autorità competente in fatto di battesimi di corpi celesti: le linee guida che sono alla base della scelta e dell’accettazione dei nomi vengono stabilite dal Working Group for Planetary Ststem Nomenclature. Quando la campagna sarà conclusa, i ricercatori della missione New Horizons sceglieranno i nomi più appropriati tra quelli proposti dagli utenti per sottoporli poi alla IAU a cui spetterà naturalmente l’ultima parola. Al momento a partecipare sono stati più di 40.000 (molti di più di quanto si aspettavano alla NASA, evidentemente): da ogni angolo della Terra, o quasi, ciascuno ha voluto dare il proprio contributo con nomi scelti dal mondo della letteratura e della storia dell'esplorazione o della mitologia degli Inferi. Quando la sonda New Horizons si troverà ad effettuare i suoi passaggi radenti sapremo esattamente come chiamare le cose che vedrà.
La missione New Horizons
Partita il 19 giugno del 2006, New Horizons ha già percorso 4,7 miliardi di chilometri negli abissi dello spazio, con tanto di incontri con Marte e Nettuno. Il suo viaggio la porterà all’incontro “ravvicinato” con Plutone il prossimo 14 luglio: sarà la prima, storica volta in cui gli scienziati potranno conoscere con estrema precisione dati relativi alle polveri che caratterizzano l’ambiente spaziale nei dintorni del Pianeta nano o ai venti solari e al modo in cui, in questo remoto angolo di Sistema Solare, questi reagiscono con la ionosfera di Plutone.
La sonda spaziale sfreccerà su Plutone ad una velocità di quasi 50.000 chilometri orari e, grazie a sette strumenti presenti a bordo, raccoglierà immagini e porterà a compimento osservazioni scientifiche di diverso tipo, servendosi di fotocamera digitale ad alta risoluzione nel campo del visibile, così come di spettroscopi per l’infrarosso e per l’ultravioletto. Obiettivi principali della missione saranno la caratterizzazione geologica e morfologica di Plutone ma anche del suo satellite più grande, Caronte, nonché la mappatura delle composizioni chimiche delle superfici di entrambi. Vista la distanza a cui si trovano da noi (circa 39 Unità Astronomiche), saranno necessarie 4,5 ore affinché le comunicazioni possano raggiungere gli scienziati sulla Terra.