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San Martino e l'estate di novembre

San Martino di Tours, il vescovo di cui è noto soprattutto l’episodio del taglio del mantello, è associato in Italia alla tradizione legata all’estate dell’11 novembre.
A cura di Nadia Vitali
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San Martino di Tours, il vescovo di cui è noto soprattutto l'episodio del taglio del mantello, è associato in Italia alla tradizione legata all'estate novembrina

Oggi 11 novembre 2011 si festeggia l'estate di San Martino, l'inizio di un breve periodo di clima mite e particolarmente caldo, che attraversa l'autunno sempre nella prima metà del mese di novembre. Ma da cosa deriva questa credenza popolare collegata a questa particolare consuetudine stagionale?

La leggenda narra che Martino di Tours, nato nella regione romana della Pannonia che oggi corrisponde all'Ungheria, fosse ancora un ufficiale dell'esercito romano quando incontrò sulla propria strada un mendicante seminudo: per difendere il pover'uomo dal freddo non esitò un istante a dividere il proprio mantello in due parti, offrendone una a colui che aveva bisogno di scaldarsi.

Il sogno che seguì a quella visione, in cui Gesù gli restituiva il mantello donato, lo colpì al punto da spingerlo ad abbandonare l'esercito per consacrarsi interamente all'amore per il Signore; come segnale di riconoscenza verso quell'animo generoso, si dice, ogni anno viene inviato un clima gentile e temperato nel periodo attorno all'11 novembre, giorno in cui si festeggia il Santo, l'estate di San Martino.

Un'estate che, mai come questa volta, è attesa con ansia dal nostro paese, devastato da settimane di maltempo che hanno lasciato una scia di disperazione alle proprie spalle: un periodo in cui le gelate ed il freddo inverno che avanza inesorabilmente cedono momentaneamente il posto a temperature più miti; mentre, nel frattempo, si iniziano ad aprire le botti come ricorda il proverbio.

L'estate di San Martino ha un fondamento scientifico?

Ma questo fenomeno, che del resto può verificarsi come no, ha davvero una spiegazione scientifica? Per quanto siano in tanti ad aver avanzato o improvvisato ipotesi più o meno valide, resta semplicemente il fatto che sia assai plausibile che, nei momenti di passaggio, si osservino eventi estremamente caldi o estremamente freddi, anche a brevissima distanza temporale tra loro.

Tant'è che bruschi mutamenti climatici in questi periodi vengono notati anche dalle tradizioni di altri paesi; nelle terre di lingua slava, ad esempio, dove si parla dell'estate delle nonne e nei paesi anglofoni in cui ci si riferisce all'estate indiana. Anche nell'emisfero australe possono verificarsi leggere anomalie di questo tipo verso la fine di aprile e l'inizio di maggio.

Comunque essa venga chiamata, dunque, l'essenziale è che un po' di tepore si riaffacci tra le nubi del cielo, per permettere a tutti di entrare nell'inverno definitivamente in maniera graduale; in ogni caso, se il freddo fosse davvero troppo, per sopperire San Martino dona il vino che scalda gli animi.

Era usanza infatti rinnovare i contratti agricoli a San Martino (da qui la derivazione del detto "fare San Martino, ovvero traslocare) e, in particolar modo, testare le attività di vendemmia partite a settembre. Assaggiare il vino nuovo quindi e aprire le botti rimaste chiuse per qualche mese, oltre a preparare le braci per le prime vere caldarroste di stagione. La tradizione dell'assaggio del vino è stata anche lo spunto per la scrittura della famosa poesia di Giosuè Carducci dal titolo, appunto, "San Martino":

estate di san martino e il buon vino

La nebbia a gl'irti colli

Piovigginando sale,

E sotto il maestrale

Urla e biancheggia il mar;

Ma per le vie del borgo

Dal ribollir de' tini

Va l'aspro odor de i vini

L'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi

Lo spiedo scoppiettando:

Sta il cacciator fischiando

Su l'uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi

Stormi d'uccelli neri,

Com'esuli pensieri,

Nel vespero migrar.

(San Martino; Giosuè Carducci)

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