Risolto il problema di qualità nelle prime dosi di vaccino anti COVID di Pfizer: cos’è successo
Durante il processo di autorizzazione del vaccino anti COVID “BNT162b2” messo a punto dalla casa farmaceutica Pfizer e dalla società di biotecnologie tedesca BioNTech gli esperti dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) si sono accorti di una differenza nella “qualità” tra le dosi utilizzate nella sperimentazione clinica e i primissimi lotti sviluppati per la commercializzazione. Come specificato all'ANSA dal dottor Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini dell'EMA, “in fase di produzione e nei primissimi lotti di prova la quantità di mRNA integro alla base del vaccino era ridotta e la molecola si era degradata”, con una differenza rispetto a quanto evidenziato nelle dosi utilizzate in fase sperimentale.
Questa problema, che ora è stato “risolto e il vaccino è accettabile per sicurezza ed efficacia”, come sottolineato dallo stesso Cavaleri, è finito anche al centro del “cyberattacco” condotto nelle settimane scorse contro i server dell'agenzia europea, attraverso il quale sono stati trafugati documenti e e-mail riservate che poi sono finiti nel cosiddetto "Dark Web". Come sottolineato dalla stessa EMA in un comunicato stampa, il materiale rubato “includeva corrispondenza e-mail interna / riservata risalente a novembre, relativa ai processi di valutazione per i vaccini COVID-19”. “Parte della corrispondenza è stata manipolata dagli autori prima della pubblicazione, in un modo che potrebbe minare la fiducia nei vaccini”, ha aggiunto l'agenzia.
La parte più saliente del “leak” risiedeva proprio nel mettere in luce la differenza tra l'integrità dell'mRNA (RNA messaggero) osservata nel vaccino sperimentale e in quella della preparazione di prova sottoposto a valutazione. Tale differenza è stato ritenuta preoccupante da un funzionario dell'EMA in una delle mail trafugate. Nello specifico, se negli studi clinici le dosi presentavano fino all'81 percento di RNA messaggero integro, in quelle dei lotti visionati dall'agenzia la media era del 59 percento, dunque sensibilmente inferiore. Sebbene siano stati i documenti trafugati a far puntare i riflettori dei media su questa delicata questione, è stata la stessa EMA a esprimere perplessità sulla sicurezza e sull'efficacia del vaccino nel documento “Comirnaty, INN-COVID-19 mRNA Vaccine (nucleoside-modified)”, pubblicato il 21 dicembre scorso.
Il problema è fortunatamente stato risolto dalla casa farmaceutica e ora non c'è alcuna preoccupazione sulle dosi che vengono inoculate, ma cosa significa esattamente che l'mRNA aveva un'integrità inferiore? Innanzitutto specifichiamo che il vaccino di Pfizer-BioNTech (del quale è appena stata annunciata l'efficacia anche contro la variante inglese) è una preparazione che si basa appunto sull'RNA messaggero, o meglio, sull'informazione genetica della proteina S o Spike del coronavirus SARS-CoV-2, verso la quale viene indotta l'immunità. In parole semplici, attraverso l'iniezione vengono inoculate nanoparticelle che contengo l'mRNA di questa proteina, che spinge le nostre cellule (nello specifico i ribosomi) a produrla; ciò la rende “visibile” al sistema immunitario che la riconosce come nemica e avvia la produzione di anticorpi per neutralizzarla.
Se l'informazione genetica della proteina S non è sufficientemente integra, tuttavia, c'è il rischio che durante la sintesi vengano prodotte proteine alterate o che non vengano prodotte affatto, una situazione che potrebbe condizionare l'efficacia e la sicurezza del vaccino. A pagina 35 del documento dell'EMA, in merito alla ridotta integrità dei lotti analizzati, si legge che i “dati dimostrano la presenza di quantità significative di forme troncate / modificate di mRNA a livelli leggermente più elevati nei lotti prodotti con il processo commerciale rispetto al materiale utilizzato nelle sperimentazioni cliniche”. In pratica, il processo su larga scala nei bioreattori può aver determinato la riduzione dell'integrità dell'mRNA nei primissimi lotti, che presentavano così un numero maggiore di aberrazioni e impurità. Del resto l'RNA è facilmente degradabile e qualunque minimo cambiamento nel processo produttivo può determinare cambiamenti come quelli osservati dall'EMA. Fortunatamente Pfizer e BioNTech hanno risolto il problema, verosimilmente perfezionando il processo produttivo e intervenendo sul protocollo di "quality assurance", e ora il vaccino BNT162b2 (o tozinameran) risulta essere in linea con la qualità mostrata nei trial clinici. L'EMA continuerà comunque a vigilare sull'integrità del vaccino anche nei prossimi mesi.