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Riso clonato dai suoi semi, la rivoluzione dell’agricoltura grazie all’editing genetico

Gli scienziati americani stanno lavorando per dare il via ad una grande rivoluzione nel campo dell’agricoltura: hanno creato piante di riso che si riproducono come cloni dai semi grazie all’uso dell’editing genetico. Questi cloni permettono la coltivazione di riso anche in condizioni climatiche avverse.
A cura di Zeina Ayache
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I ricercatori della University of California, Davis hanno trovato un modo per ottenere piante coltivabili replicate attraverso semi come cloni, la scoperta potrebbe rappresentare una rivoluzione del campo dell'agricoltura e permettere la coltivazione di prodotti resistenti alle malattie e tolleranti a condizioni climatiche difficili. Ma vediamo nel dettaglio cosa significa che hanno creato delle piante di riso che si riproducono come cloni dai semi.

Il Baby Boom e il riso clonato. Gli esperti sono partiti dalla scoperta che il gene BBM1, che appartiene alla famiglia dei geni delle piante chiamata ‘Baby Boom' o BBM, viene espresso nelle cellule del seme maschile, ma non nelle uova. Dopo la fertilizzazione, il BBM1 viene espresso nella cellula fertilizzata, ma, almeno inizialmente, questa espressione arriva dal contributo maschile al genoma. In pratica il BBM1 cambia la sua abilità di fertilizzatore di uova per formare un embrione. Attraverso l'utilizzo dell'editing genetico per prevenire la meiosi nelle piante, un tipo di divisione cellulare che porta alla formazione di quattro cellula sorelle ognuna delle quali con la metà dei cromosomi della cellula parente. Invece qui le cellule uovo si formano da mitosi, ereditando tutti i cromosomi dalla madre. Fatto questo, gli scienziati hanno fatto si che le cellule uovo esprimessero il gene BBM1, cosa che non farebbero senza la fertilizzazione. “In pratica abbiamo un ovulo diploide con la capacità di fare un embrione e questo cresce in un seme clonale” spiegano i ricercatori.

Ancora qualche limite. Gli esperti ammettono che per ora questo processo si è rivelato efficace nel 30% dei casi, ma continuando con il loro studio puntano ad aumentare questa percentuale, l'obiettivo è rendere questi semi alla portata di tutti in modo da poter essere utilizzati anche nei paesi più poveri o in quelli con condizioni climatiche avverse, rappresentando dunque una vera rivoluzione per l'agricoltura.

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