Riscaldamento globale, città dell’Oklahoma tocca i 38° centigradi in pieno inverno
Una piccola città dello Stato dell'Oklahoma, Mangum, è stata catapultata in una rovente estate – con annessi rischi di incendio – quando in realtà dovrebbe essere nel cuore dell'inverno, in quello che per gli Stati Uniti d'America è ritenuto il mese più freddo in assoluto. La colonnina di mercurio, infatti, ha raggiunto l'incredibile soglia di 38° centigradi (99 gradi Fahrenheit), laddove le medie stagionali massime non superano i 13° centigradi: è praticamente il triplo della temperatura attesa. La situazione nella regione si è fatta talmente complessa che la governatrice, Mary Fallin, la scorsa settimana ha dovuto diramare persino un divieto di accendere fuochi in 53 distinte contee, a causa dell'elevatissimo rischio di incendi. Un appello che tuttavia non ha impedito il propagarsi dei roghi attraverso l'erba secca, in particolar modo a Oklahoma City, dove i vigili del fuoco sono stati costretti ad allontanare alcuni cittadini dalle proprie abitazioni.
Il preoccupante fenomeno, che ha raggiunto il suo culmine lo scorso week-end, secondo i meteorologi è un'anomalia di difficile comprensione, ma che tuttavia ha la sua chiave di lettura in quella serie di sconvolgimenti climatici che sta attraversando soprattutto l'emisfero settentrionale, catalizzati dal riscaldamento globale. Soltanto ieri la NASA ha diffuso i dati relativi al mese scorso, piazzandolo al terzo posto dei mesi di gennaio più ‘roventi' degli ultimi 137 anni, ovvero da quando vengono effettuate queste misurazioni.
Oltre all'Oklahoma, anche il Texas è stato investito da ondate di calore del tutto anomale per questo periodo, e la situazione non è migliore dall'altra parte del mondo, in Australia, dove seppur sia estate, le temperature costantemente al di sopra dei 40 gradi stanno creando non pochi problemi nell'area sudorientale. A Sydney, sabato scorso, si sono toccati addirittura i 46° centigradi. A preoccupare maggiormente gli scienziati resta comunque la situazione dell'Artico, dove lo scioglimento dei ghiacci innescato dal riscaldamento globale potrebbe intensificare ulteriormente questi fenomeni in tutto il pianeta.
[Illustrazione di avtar]