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Rinoceronti, non si ferma il massacro in Sudafrica

Dall’inizio dell’anno ne sono stati uccisi 57.
A cura di Redazione Scienze
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Soltanto nell'ultimo mese, ignoti cacciatori di frodo hanno ammazzato quasi sessanta rinoceronti: praticamente, una media di due pachidermi massacrati ogni giorno, in un preoccupante andamento di crescente violenza contro il quale a nulla sembrano servire il potenziamento dei controlli e delle operazioni anti-bracconaggio promosse dal Dipartimento degli Affari Ambientali del Sudafrica, con il sostegno dell'esercito stesso e l'ausilio di aerei di sorveglianza.

Sotto il fuoco dei fucili di cacciatori senza scrupoli ci sono le riserve naturali della Repubblica sudafricana; in particolare, ad esser stato particolarmente vessato dalla violenza di questi giorni, il Kruger National Park, la più grande area protetta dello Stato situata al confine con il Mozambico, celebre in tutto il mondo come meta turistica di impareggiabile ricchezza e fascino, designata dall'UNESCO come Riserva Internazionale dell'Uomo e della Biosfera. Le concause dell'alta concentrazione di uccisioni (ben 42) sarebbero da attribuire, secondo le autorità locali, alle forti alluvioni delle ultime settimane che, contribuendo a spingere le comunità locali altrove in cerca di cibo e rifugio, avrebbero creato un terreno sgombro, ideale per i cacciatori che beneficerebbero, oltretutto, della fitta vegetazione e della maggior facilità a penetrare nel parco dal Mozambico.

Più in generale, nell'ultimo decennio il traffico legato al corno del rinoceronte, causa principale delle uccisioni dei pachidermi, si è ampliato notevolmente favorendo un incremento della violenza contro un animale che, ricordiamo, necessita di un particolare occhio di riguardo: una delle due specie originarie dell'Africa, infatti, il rinoceronte nero (nome scientifico, Diceros bicornis), è considerata ormai a rischio critico di estinzione. Maggior responsabile di questa recrudescenza delle persecuzioni contro i rinoceronti è la crescente richiesta del corno da parte dei mercati asiatici, a causa delle sue presunte (e mai verificate scientificamente) proprietà terapeutiche che aiuterebbero a curare di tutto, dall'epilessia all'impotenza, dal raffreddore al cancro. Sebbene dall'inizio dell'anno l'attività delle forze dell'ordine non abbia conosciuto momenti di sosta – con diciotto sospettati di bracconaggio arrestati, quattro uccisi nell'ambito di conflitti a fuoco con le autorità locali, armi, munizioni e corni sequestrati – il 2013 sembra essere iniziato veramente nel peggiore dei modi per questo animale, vittima della peggiore scelleratezza possibile.

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