Ricercatori contro il cervello artificiale dell’Unione Europea
Non si conosce il cervello dell'uomo, figurarsi se è possibile riprodurlo con un computer. E' questa la tesi di fondo di quella parte di comunità scientifica, sempre più nutrita, che contesta la scelta dell'Europa di finanziare con più di un miliardo di euro lo Human Brain Project, la ricerca che si propone di costruire un computer che sia capace di riprodurre la capacità di simulare l'attività cerebrale dell'uomo. Su questo progetto l'Unione Europea ha deciso di investire risorse per i prossimi dieci anni, essendo stato riconosciuto tra i due meritevoli di finanziamenti sui sei presentati nell'ambito di un concorso. Se però il progetto sul grafene non è diventato elemento di discordia, quello sul "cervello artificiale" sì.
Una lettera pubblicata online il 7 luglio e scritta da alcuni ricercatori chiede all'Europa di "controllare con attenzione gli aspetti scientifici e la gestione" dello Human Brain Project. In pochi giorni il numero dei firmatari della lettera è aumentata considerevolmente (al momento sono 650), ma l'israeliano Henry Markram, neuroscienziato della École Polytechnique Fédérale di Losanna e coordinatore del progetto criticato, ha osservato che "abbiamo a che fare con un nuovo paradigma: ogni nuovo paradigma incontra queste difficoltà all'inizio, e le frizioni sono inevitabili". In ogni caso, precisa ancora lo studioso, il cervello artificiale non è un progetto di neuroscienze, ma serve a sviluppare nuove tecnologie e, dunque, non sottrae fondi alla ricerca di base.
Resta tuttavia la critica sintetizzata dal neuroscienziato inglese Peter Dayan che alla BBC dà il suo parere sul progetto: "non può che fallire, ed è uno spreco di soldi che succhierà fondi alla ricerca di valore e quindi creerà un grande disappunto nell'opinione pubblica che ne è la vera finanziatrice". Per di più, proseguono i ricercatori firmatari della lettera, presentare lo Human Brain Project come un progetto capace un domani di combattere demenza senile o Parkinson è disonesto.
Gli Usa, intanto, hanno previsto un investimento di 3 miliardi di dollari in dieci anni per BRAIN (Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies) Initiative, un progetto che vuole mappare ogni neurone del cervello con l'obiettivo di conoscere meglio quello che è l'organo maggiormente caratterizzante dell'essere umano.