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Ricerca internazionale mostra l’effetto devastante della vodka

La vita media dei maschi russi è di soli 64 anni contro i 76 di uno statunitense. Colpa della vodka (e del machismo ad essa associata).
A cura di Redazione Scienze
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Sapore robusto, suggestione virile, scarica intensa di calore e vettore di socialità: un sorso di vodka in Russia vuol dire tante cose, ma, tra queste, una viene ignorata. Un uomo russo su quattro, infatti, è vittima di una morte prematura e non arriva oltre i 55 anni. Studiosi del Russian Cancer Centre di Mosca, della Oxford University e della World Health Organization International Agency for Research on Cancer hanno osservato per dieci anni un campione di 151 mila maschi adulti provenienti da tre diverse città russe (Barnaul, Byisk e Tomsk), potendo così valutare l'impatto fatale del consumo di alcool. La media di vita di un uomo è di soli 64 anni nel paese del Cremlino, mentre negli Usa è di 76. Secondo un censimento del 2011, un russo consuma in media 13 litri di alcolici all'anno, contro i 10 di un britannico. Dato che, raccontato così, appare poco eclatante se non si mette in rilievo in primo luogo l'importante "tradizione" alcolica anche dell'Inghilterra e soprattutto che nel paese di Sua Maestà, di quei dieci litri, solo due sono superalcolici. In Russia, invece, 8 litri su 13 appartengono al genere più pesante delle bevande, vodka in testa.

Tre bottiglie alla settimana della bevanda nazionale – consumo non così raro se si usa l'alcolico durante i pasti e si cede alla tentazione di combattere il freddo con l'acquavite – raddoppiano il tasso di mortalità nei successivi venti anni, che aumenta comunque del 20% per consumi tra una e tre bottiglie e del 16% per quantità entro il litro. Il risultato è che ben il 25% dei maschi russi muore insolitamente presto, gran parte dei quali per cause legate direttamente agli alcolici in eccesso, come incidenti stradali, malattie del fegato ed intossicazioni. Rispetto a questo devastante problema sociale, la reazione politica è stata alquanto ondivaga.

Se Gorbaciov impose di ridurre la produzione di vodka ed interdì l'acquisto di alcool nelle prime ore del mattino, Yeltsin tornò a liberalizzarne l'uso. Il consumo reagisce comunque alle politiche del Cremlino, tanto che se oggi le morti premature sono passate dal 37 al 25% della popolazione maschile è anche grazie alle campagne di informazione e contrasto agli eccessi etilici. La vodka, tuttavia, non è solo un piacere del palato e fuoco liquido per corpi infreddoliti dalla Siberia. Per i russi è anche un simbolo di virilità, tanto che il suo consumo interessa quasi esclusivamente l'uomo. E ciò che si riempie di valore simbolico è difficile da debellare.

[Foto di Guillaume Speurt]

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