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Ricerca americana spiega come fare pipì senza “far danni” (VIDEO)

Lo studio condotto da due professori di fisica spiega come si comporta il getto di urina e come evitare di sporcare l’orlo del water.
A cura di Redazione Scienze
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E' una delle cause più frequenti di lite tra tutti coloro che – coniugi su tutti – sono costretti a condividere il bagno con altre persone. L'orlo del water sporco di urina è spesso una manifestazione di scarsa attenzione (e civiltà) da parte dell'utente, ma, contrariamente a quello che è il pensiero più diffuso, il problema non si limita a "fare centro", ma anche a limitare le conseguenze del rifrangimento. Detto altrimenti: come prevedere la traiettoria e la forza degli schizzi di ritorno?

Questa domanda è stato il movente che ha animato due professori di fisica della Brigham Young University dello Utah (Usa). Tadd Truscott e Randy Hurd hanno studiato il comportamento delle gocce di urina nel momento in cui impattano con il liquido o con il marmo del wc. Lo studio – ne andava della serietà del progetto ma anche della salute dei due professori – non è stato condotto forzandosi nello stomaco litri di acqua diuretica, ma adoperando un modello costituito da una telecamera ad alta velocità, da un tubo e da un liquido che scorreva con forza e intensità paragonabili a quelli dell'urina all'uscita dall'uretra.

Pensare che due fisici si lambicchino intorno ad un problema simile potrebbe apparire del tutto fuori senso. Sebbene difficilmente si possano trovare studi altrettanto singolari, la ricerca di Truscott e Hurd potrebbe suggerire la produzione di orinatoi ad hoc per i bagni pubblici, rimuovendo dall'esperienza dei posteri – noi già vi siamo incappati – la vista ed eventualmente l'uso di wc lordati fino all'orlo.

Nell'attesa che l'industria di sanitari sviluppi lo studio di Truscott e Hurd, dalla ricerca possono ricavarsi due utili suggerimenti. Spiega Hurd che "il flusso di urina maschile si scinde in gocce a 15-17 centimetri dall'uscita dell'uretra" secondo la regola dell'instabilità fluidodinamica di Plateau-Rayleigh. La prima regola, dunque, è ridurre il più possibile la distanza dall'orinatoio. Allo stesso tempo, però, è importante ridurre l'angolo del flusso liquido con il piano d'impatto: più l'angolo si approssima ai 90°, maggiori saranno gli schizzi di ritorno. Qualcuno penserà ci vogliano far orinare con il goniometro alla mano, ma in realtà è sufficiente solo un po' di buon senso.

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