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Ribellarsi al proprio capo serve a migliorare le condizioni di lavoro

Quando a lavoro veniamo a conoscenza di un’ingiustizia dobbiamo ribellarci lasciando spazio alla rabbia morale, quella cioè che ci fa combattere per ottenere un benessere comune.
A cura di Zeina Ayache
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I veri eroi non esistono solo nei film, ma possono trovare spazio anche sul luogo di lavoro. Uno studio della University of Liverpool, intitolato “The place and role of (moral) anger in organizational behaviour studies” e pubblicato sul Journal of Organisational Behaviour, spiega infatti che la “rabbia morale”, quella cioè che porta alla ribellione di un singolo per migliorare la vita del gruppo, trova una sua perfetta giustificazione sul luogo di lavoro. I dipendenti infatti sarebbero, secondo i ricercatori, invitati ad esprimere il proprio disappunto nei confronti di eventuali scorrettezze in ufficio così da poter risolvere i problemi e riportare il benessere emotivo.

La rabbia morale non ha nulla a che vedere con la rabbia associata a comportamenti negativi, come l'aggressione, l'ostilità o il bullismo, ma è condotta da buoni propositi e, soprattutto, ha funzione sociale, adattiva e migliorativa.

L'idea di base della rabbia morale è quella di ribellarsi alle ingiustizie per difendere una persona, un gruppo o un bene comune, come un diritto, senza trarne un beneficio personale. In pratica non si tratta di combattere le proprie battaglie, ma di ergersi a paladini dei colleghi al fine di evitare violazioni dei valori morali.

L'utilità di un simile comportamento è riscontrata anche dall'istituzione del “whistleblower”, colui che, protetto da un'organizzazione, denuncia un illecito del proprio datore di lavoro o dell'azienda senza rischiare ripercussioni, come licenziamento o sanzioni.

Lo studio non vuole certo invitare i dipendenti a litigare gratuitamente con i propri superiori, ma semmai sottolinea come, in un contesto di ingiustizia sociale, far sentire la propria voce sia fondamentale. Non bisogna dunque piegarsi sempre anche di fronte alle ingiustizie, ma è necessario iniziare ad alzare la testa per far rispettare se stessi e i propri colleghi più indifesi.

[Foto copertina di PourquoiPas]

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