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Torino, infartuato operato al cuore senza apertura del torace

La tecnica innovativa si chiama Revivent ed usa delle mini-ancora che permettono al ventricolo di riacquistare una naturale contrattilità.
A cura di Redazione Scienze
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L'Italia si dimostra ancora una volta paese all'avanguardia nella scienza medica. Al Molinette di Torino il professor Mauro Rinaldi ha eseguito un'operazione ad un uomo di 54 anni, in attesa di trapianto di cuore poiché affetto da cardiomiopatia ischemico-dilatativa e da aneurisma anteriore. Senza aprire il torace del paziente. Il chirurgo, aiutato dalla sua équipe e dal dottor Maurizio D'Amico, ha eseguito un'operazione di ventricoloplastica che permette alla superficie cardiaca che non può più contrarsi di acquistare nuovamente la capacità di variare tensione grazie all'uso di mini-ancore. Grazie a questa soluzione, il ventricolo torna a muoversi in maniera più naturale, riducendo il proprio volume del 25-35%. Un'operazione, spiegano i medici a Repubblica, "che previene un’evoluzione negativa della patologia è possibile anche un recupero completo, evitando così di doversi poi sottoporre in futuro a un trapianto cardiaco".

Revivent, la tecnica utilizzata dall'équipe torinese e simile ad un "lifting del cuore", ha il vantaggio di essere molto meno invasiva di quelle attualmente in uso per casi simili di miocardiopatia dilatativa post-infartuale, quali trapianto cardiaco ed uso dei cosiddetti "cuori artificiali". Le mini-ancore vengono infatti inserite attraverso un catetere che passa attraverso la vena giugulare e che implica solo una piccola incisione sottomomaria sinistra. Non dover aprire il torace del paziente renderebbe operabili anche i pazienti a rischio perché con un quadro clinico particolarmente complesso. I tempi di degenza, inoltre, sono estremamente brevi: il paziente operato con Revivent è stato dimesso dopo appena quattro giorni.

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