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Revenge porn, perché condividiamo pubblicamente le foto intime che riceviamo

Gli scienziati si sono chiesti come mai gli adolescenti condividano pubblicamente immagini intime che ricevono privatamente e, secondo loro, la causa parte dagli adulti che ritengono il sexting un comportamento sbagliato e sconveniente: questo fa si che gli esecutori si sentano legittimati, mentre le vittime sono costrette a subire in silenzio.
A cura di Zeina Ayache
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Sexting fare sesso via messaggi
Sexting fare sesso via messaggi

Il motivo per cui gli adolescenti sono stimolati a condividere pubblicamente le foto intime che ricevono è perché l’argomento è considerato un tabù dagli adulti che considerano il ‘sexting’ un comportamento da evitare. Questo è quanto sostengono i ricercatori che hanno indagato i motivi che spingono i giovani a rendere pubbliche le immagini privare che ricevono, ecco cosa hanno scoperto e come si può intervenire.

Il sexting è sbagliato. Il fatto che il sexting, cioè l’invio di testi o immagini esplicite sessualmente via internet o telefono, sia considerato sbagliato dal pensiero comune, poiché pericoloso e imprudente, rende il revenge porn, cioè la ricondivisione del materiale intimo ricevuto, ancor più problematico. L’affermazione è degli scienziati che hanno chiesto ad un gruppo di adolescenti di rispondere ad un questionario sull’argomento per comprendere il loro punto di vista sulla questione.

Il pensiero degli adolescenti. I ricercatori hanno coinvolto 21 giovani tra i 15 e 21 anni divisi in tre gruppi: vittime, spettatori ed esecutori (cioè coloro che condividono immagini ricevute privatamente). I dati raccolti hanno dimostrato che gli esecutori motivano il loro comportamento proprio perché il sexting è considerato sbagliato: “Volevo impartirle una lezione così non invierà mai più foto di questo tipo” ha dichiarato uno degli esecutori partecipante allo studio. Quanto alle vittime, il pensiero comune è il senso di colpa, si sentono insomma responsabili per aver inviato i messaggi, diventando dunque vittime due volte.

La responsabilità è degli adulti. Secondo gli esperti, ad influenzare questo comportamento è il pensiero degli adulti secondo i quali l’invio di materiale intimo è da considerarsi scorretto e da evitare. Per assurdo, spiegano gli esperti, questa tipologia di reazione incoraggi gli esecutori e le vittime non ricevono il sostegno di cui avrebbero bisogno. “Ciò peggiora il problema della distribuzione indesiderata piuttosto che impedirla”, dichiarano i ricercatori.

Soluzioni al problema. Che fare dunque? Il divario tra giovani e adulti è ampio e le vittime spesso hanno paura a chiedere aiuto proprio per la paura di sentirsi giudicate. “Pensiamo che la soluzione risieda in interventi che mirano a sviluppare un'idea più equilibrata del sexting e una maggiore comprensione per le vittime e che si concentrino sui potenziali autori, piuttosto che sulle potenziali vittime”, concludono i ricercatori.

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