Repellenti per zanzare: quale scegliere? Rischi, come applicarli e quali sono per i bambini
Le temperature elevate della stagione estiva collimano immancabilmente con le cicliche invasioni di zanzare, fastidiosissimi insetti che proviamo a tener lontani dalle nostre case – talvolta con scarsi risultati – attraverso una serie di stratagemmi, prodotti e meccanismi più o meno efficaci. Se le zanzariere rappresentano il baluardo per eccellenza, seguite dai tradizionali zampironi e dagli elettroemanatori a ricarica liquida, esse non sempre possono proteggerci, costringendoci a indossare abiti lunghi e a ricorrere ai famigerati repellenti spray e liquidi, di origine naturale e non. Sugli scaffali di negozi e farmacie ne esistono di numerose marche e varietà, ma i principi attivi dei quali sono composti sono fondamentalmente una manciata. Scopriamo quali sono, qual è la loro efficacia, quali sono i rischi e come applicarli, anche alla luce delle recenti indicazioni diramate dall'Istituto Superiore della Sanità (ISS) circa il loro uso sui bambini.
Il Citrodiol
Il Paramatandiolo (PMD), meglio conosciuto col nome ‘commerciale' di Citrodiol, è uno dei pochi repellenti per insetti di origine vegetale ed è l'unico di questo tipo approvato dal Centers for Disease Control (CDC) degli Stati Uniti. Gli altri a base di citronella, timo, lavanda e geranio hanno infatti una blanda efficacia. Derivato dall'estratto di eucalipto citrato (Corymbia citriodora), il Citrodiol è meno protettivo dei repellenti chimici, e alle basse concentrazioni – 6 percento – viene consigliato persino per i bambini con un'età superiore ai tre mesi. L'indicazione cozza tuttavia con quanto indicato dall'Istituto Superiore di Sanità, che suggerisce di non applicare alcun tipo di repellente sotto i due anni, nemmeno quelli di origine vegetale. L'esperto dell'Iss Roberto Romi sottolinea che per i più piccoli è meglio limitarsi alla protezione meccanica di culle e passeggini, con un velo di tulle a maglie strette.
Il dietiltoluamide (deet)
Il dietiltoluamide o deet, il cui nome tecnico è N,N-dietil-3-metilbenzamide, è il repellente contro le zanzare per antonomasia ed è presente nella stragrande maggioranza dei prodotti commerciali. Utilizzato con successo sin dagli anni '50 del secolo scorso, anche in campagne militari come quella americana in Vietnam, il principio attivo del deet viene venduto in concentrazioni che spaziano dal 7 percento ad oltre il 30 percento, con un livello di protezione che varia dalle 2 alle 12 ore. Sebbene alcuni studi abbiano evidenziato un certo grado di neurotossicità negli esperimenti con i ratti, la molecola è considerata sicura per l'uomo se utilizzata nei dosaggi raccomandati. Nei rari casi di intossicazione rilevati, principalmente scaturiti dall'ingestione del prodotto, è stata evidenziata la comparsa di convulsioni. Un'esposizione a concentrazioni elevate di deet può provocare inoltre irritazioni, debolezza, mal di testa, perdita di memoria e tremori. L'uso di repellenti con concentrazioni del 20 percento per 100 grammi di prodotto, sufficienti alle nostre latitudini, è indicata per i maggiori di 12 anni.
L'icaridina
L'icaridina, conosciuta anche con i nomi di picaridina o KBR 3023, è un repellente messo in commercio da alcuni anni, e sebbene abbia un'efficacia inferiore rispetto a quella del deet gode comunque di ottima considerazione. Per diverse ragioni: ha uno scarso assorbimento cutaneo, alle basse concentrazioni non è irritante e ha un'efficacia che può arrivare anche a 10 ore. Tali caratteristiche la rendono adatta anche ai bambini, sebbene non nella forma spray. Tra i 2 i 12 anni di età, l'ISS indica di non superare due applicazioni nell'arco delle 24 ore, inoltre le concentrazioni di principio attivo devono essere inferiori al 10 percento. Il discorso è valido anche per altri principi attivi. Quando si usa un repellente di questo tipo sui bambini piccoli è fondamentale non trattare le mani, dato che potrebbero mettersele in bocca e ingerire la sostanza.
IR 3535 o AMP
Meno diffuso degli altri, l'IR 3535 è considerato un biopesticida con un'efficacia sensibilmente inferiore rispetto a quella del principio attivo più utilizzato. Basti pensare che, sperimentalmente, è stata calcolata una proporzione di 23 minuti di protezione contro quella di oltre 300 minuti del dietiltoluamide. A differenza di quest'ultimo può essere utilizzato sui bambini al di sopra dei due anni di età, ma bisogna porre particolare attenzione all'applicazione perché si tratta di una sostanza molto irritante per gli occhi. Viene commercializzato in concentrazioni che vanno dal 7 percento al 30 percento.
[Foto di mosquito1]