Rappresaglia in orbita: la Russia non fornirà i razzi per raggiungere la ISS
Dmitry Rogozin, vice-primo ministro russo, non ha dubbi: per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), gli astronauti americani potranno usare "un trampolino. Senza dubbio. Solo un trampolino". L'ironia tagliente di Rogozin, espressa su Twitter, è il nuovo capitolo della guerra in Crimea, che sposta il conflitto diplomatico tra Russia e Usa "dalla Terra alle stelle". La ISS è la stazione, costruita grazie alla collaborazione di quindici paesi (Italia compresa), che gravita intorno alla Terra ad una distanza media di 300 km e che, secondo i piani, dovrebbe continuare a fluttuare sulle nostre teste almeno fino al 2024. Un progetto che potrebbe bruscamente subire un ridimensionamento dopo l'annuncio del governo russo di non voler più mettere al servizio della ISS i razzi che permettono l'avvicinamento degli astronauti alla stazione internazionale.
La Russia ha usato le stesse motivazioni che gli Usa hanno dato nel momento in cui hanno sospeso le concessioni dei prodotti americani di alta tecnologia sul territorio del gigante eurasiatico: inibire il riutilizzo in chiave militare di beni potenzialmente sensibili. Rogozin ha infatti spiegato all’agenzia Interfax "che finché non avremo garanzie che i nostri razzi vengano utilizzati solo per lanci non militari non ne permetteremo l’uso agli Stati Uniti". I motori russi MK-33 e RD-180, di cui bisognerà fare a meno, sono considerati i migliori sul mercato e gli americani e, se il progetto vuole andare oltre il 2020 – anno di scadenza della collaborazione con la Russia -, sarà necessario trovare valide alternative. Non solo. I ricevitori GPS americani verranno spenti su territorio russo se l'equivalente russo, il Glonass, perderà la propria capacità di geolocalizzazione negli States.