Raggiunto il Lago Vostok, sepolto da 20 milioni di anni sotto i ghiacci dell'Antartide
Talmente profondo, talmente nascosto dagli sguardi e dalle contaminazioni altrui, talmente inaccessibile sotto quello strato di ghiaccio che ne ha celato i segreti a partire da 20 milioni di anni fa che, inevitabilmente, avrebbe dovuto attirare non solo il grande interesse degli scienziati per le condizioni uniche che si sono sviluppate al suo interno ma anche dei curiosi che, a proposito del lago Vostok, hanno sentito narrare storie intriganti ed affascinanti di ogni tipo: da un presunto UFO sepolto, desiderio ardente di quanti scrutano i cieli in cerca di vita aliena, ai campioni di DNA di Adolf Hitler e della sua compagna Eva Braun, nascosti in una grotta scavata tra i ghiacci assieme ad altre reliquie del Terzo Reich portate lì nel corso di una missione segreta in un sottomarino all'indomani della resa dei nazisti, con la «speranza», un giorno, di poter clonare il Führer, magari in numerosi individui sparsi per il mondo, come accadeva in un noto libro degli anni '70.
Il più grande lago subglaciale dell'Antartide è stato raggiunto da una squadra di scienziati russi dopo oltre trent'anni di trivellazioni che hanno interessato l'area in corrispondenza del «misterioso» bacino d'acqua dolce. I 3 768 chilometri di ghiaccio che lo ricoprono hanno creato le condizioni per un isolamento totale dalla superficie e dall'atmosfera terrestre per oltre 20 milioni di anni: per questa ragione gli studiosi hanno fretta di scoprire cosa nasconde il lago Vostok, quali risposte ha dare alla comunità scientifica in merito a possibili forme di vita ospitate all'interno delle sue acque, caratterizzate da una temperatura mite che non scende mai al di sotto dei 10°. Lungo 250 chilometri ed ampio quasi 50 ha la superficie più estesa tra tutte le decine di laghi subglaciali coperti dalla calotta del Polo Sud, mentre la sua profondità potrebbe raggiungere i mille metri; è oggetto di perforazioni da circa tre decenni, con uno stop imposto nel 1999 dalla comunità internazionale, a poco più di 150 metri dall'obiettivo, quando si stabilì che, proseguendo nello scavo, quelle acque inalterate da 20 milioni di anni sarebbero state contaminate. Il ricorso a composti chimici che evitavano che il foro di trivellazione si richiudesse preoccupava sinceramente gli scienziati che chiesero di attendere l'arrivo di tecnologie più avanzate.
Un ecosistema antichissimo e purissimo con cui l'ambiente terrestre non ha mai interferito fino ad ora e la cui sorte, inevitabilmente, solleva molti dubbi tra quanti sono preoccupati per questo impatto improvviso con il resto del mondo: per quanto gli scienziati russi abbiano spiegato che non ci sarà che un contatto minimo tra superficie lacustre e sostanze inquinanti, dal momento che l'acqua da analizzare sarà prelevata praticando un foro attraverso il quale la pressione spingerà l'acqua verso l'alto, non manca chi sta già immaginando scenari apocalittici in cui virus dalla potenza devastante irrompono minacciosi nelle nostre esistenze ed oscure agenzie governative pongono sotto sequestro l'area, coprendo qualunque supposizione con un pesantissimo silenzio. In verità, il fatto che Vostok venga considerato una sorta di «allenamento» in vista di una missione che, un giorno, porterà l'uomo a conoscere i segreti di Europa, satellite naturale di Giove, rende comprensibile il fortissimo interesse verso la possibilità che, nelle acque del lago subglaciale, possano esistere forme di vita, non solo batteriche ma, addirittura, più complesse.
Tra alieni veri e presunti le scoperte nel lago Vostok non dovrebbero mancare: c'è la celebre anomalia nell'attività magnetica che si estende per diversi chilometri in zona sud est, secondo alcuni riconducibile ad un assottigliamento della crosta terrestre in quel punto (che spiegherebbe anche la temperatura mite delle acque del lago, aprendo agli scenari più impensabili), mentre altri azzardano la coraggiosa ipotesi che un non meglio identificato oggetto metallico, individuato grazie a dei rilievi scientifici alla base del lago, sarebbe responsabile del fenomeno, essendo forse un meteorite o addirittura un UFO. Senza entrare nel merito di questo speculazioni, quel che è certo è che quando gli scienziati potranno impossessarsi del campione di acqua si troveranno di fronte, con tutta probabilità, delle creature veramente «aliene»: cosa, infatti, e in che maniere può essersi originato e sviluppato in un ambiente che non ha contatti con la Terra da 20 milioni di anni? Naturalmente è impossibile saperlo, ed anche immaginarlo, fino a quando non avremo la risposta esatta e puntuale della scienza: la sola cosa certa è che, batteri o forme di vita più complesse che siano, potrebbe essere la prima volta che avremo il privilegio di osservarle.