Questo ragazzo ha assunto 40mila pillole di ecstasy in 9 anni: ecco cosa gli è successo
Sebbene l'ecstasy o MDMA (3,4-metilenediossimetanfetamina) sia considerata una sostanza stupefacente meno "dannosa" di altre, come indicato nello studio “The Australian drug harms ranking study” pubblicato sul Journal of Psychopharmacology, presenta comune un'attività neurotossica che può determinare significativi effetti sulla salute. A dimostrarlo anche il caso (estremo) di un uomo di 37 anni che ha consumato in una decina di anni 40mila compresse della sostanza semi-sintetica di origine vegetale, responsabile di una lunga sequela di disturbi fisici e cognitivi rimasti anche dopo una prolungata sospensione della droga.
A descrivere il caso del “Signor A”, come è stato identificato nello studio clinico, un team multidisciplinare guidato da medici e scienziati dell'Università di Londra, che hanno iniziato a seguirlo dopo una serie di collassi verificatisi durante alcune feste. Gli scienziati, coordinati dal professor Christos Kouimtsidis, psichiatra specializzato in dipendenze e consulente del Surreny and Borders Partnership NHS Foundation Trust, hanno indicato che l'uomo ha consumato ecstasy tra i 21 e i 30 anni. Nei primi due anni prendeva 5 compresse ogni fine settimana, per poi passare a una media di 3,5 pasticche al giorno nei tre anni successivi. Nei quattro anni seguenti è arrivato a consumare una media di 25 compresse al giorno, per un consumo complessivo stimato di 40mila pasticche di ecstasy. Sono ben 38mila in più di quelle del “record” precedentemente noto in letteratura scientifica, come indicato da IFLscience.
Quando fu ricoverato presso il St George's Hospital, l'uomo dichiarò che consumava solo cannabis, ma che negli anni precedenti era un abituale consumatore di diverse sostanze stupefacenti, dai solventi alle benzodiazepine, passando per anfetamine, LSD, cocaina ed eroina. Dopo aver smesso con l'ecstasy, ha affermato di sentirsi come se fosse ancora sotto l'effetto della droga, sperimentando anche peculiari episodi di “visione a tunnel” che i medici hanno ritenuto inspiegabili (non sono noti altri casi analoghi). Oltre a questo sintomo ha sviluppato ansia, gravi attacchi di panico, depressione, allucinazioni, paranoia e una forte rigidità muscolare che interessava soprattutto la mandibola e il collo.
L'uomo presentava anche disorientamento temporale, difficoltà nella memoria a breve termine e scarsa concentrazione, tutti effetti rilevati attraverso il test chiamato “Mini-Mental State Exam”. Come indicato dagli scienziati, quando ha iniziato a ridurre il consumo di cannabis le allucinazioni e le idee paranoiche sono scomparse, mentre gli attacchi di panico si sono ridotti, tuttavia gli altri sintomi sono rimasti. “Sebbene il signor A fosse in grado di comprendere appieno le istruzioni fornite, la sua concentrazione e attenzione erano così compromesse che non era in grado di seguire le sequenza delle attività richieste”, hanno scritto il professor Kouimtsidis e i colleghi nel case report.
A causa della grave compromissione mnemonica l'uomo è stato sottoposto a risonanze magnetiche funzionali, ma i medici non hanno rilevato danni strutturali al cervello. È stato comunque ricoverato presso un centro specializzato in lesioni cerebrali che gli permesso di migliorare parte dei problemi legati alla memoria. Nonostante questo passo in avanti, gli altri danni provocati dall'uso della sostanza stupefacente non sono migliorati nonostante la prolungata astinenza dall'assumerlo. “Tutti i consumatori di ecstasy svilupperebbero una sindrome serotoninergica (di grado lieve, nella maggior parte dei casi) dopo l'assunzione acuta della droga, che è caratterizzata da aumento dell'attività fisica, ipertermia e sudorazione, aumento della rigidità muscolare, rabdomiolisi, iperreflessia, trisma, serramento della mandibola, mioclono , tremore e nistagmo”, hanno scritto gli autori dello studio. Pur essendo sintomi da intossicazione acuta, in chi consuma alte dosi di ecstasy per un periodo di tempo così prolungato i sintomi possono permanere anche molto tempo dopo averla sospesa. I dettagli della ricerca “Neurological and Psychopathological Sequelae Associated With a Lifetime Intake of 40,000 Ecstasy Tablets” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Psychosomatics.