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Questo dente di 9,7 milioni di anni potrebbe riscrivere la nostra storia: ecco perché

Il fossile di 9,7 milioni di anni è stato recuperato in Germania e presenta diverse caratteristiche in comune con i denti di Lucy, l’australopiteco di 3,2 milioni di anni e nostro antenato ancestrale. La scoperta potrebbe spostare l’origine dell’uomo in Europa.
A cura di Andrea Centini
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Un dente di 9,7 milioni di anni rinvenuto in Germania potrebbe riscrivere la storia dell'umanità, o meglio, della sua origine, forse avvenuta in Europa e non in Africa. A sottolinearlo un team di paleoantropologi del Museo di Storia Naturale di Magonza, che ha trovato l'antichissimo quanto prezioso reperto nei pressi della città di Eppelsheim, a sud di Francoforte, in quello che fu un letto del fiume Reno. L'area è stata già teatro di altri ritrovamenti fossili eccellenti, ma questo è talmente eccezionale che per presentarlo è stata indetta addirittura una conferenza stampa con gli studiosi, coordinati dal paleontologo Herbert Lunz, e il sindaco del capoluogo del Land della Renania-Palatinato.

Il sito di scavo dove è stato trovato il dente fossile
Il sito di scavo dove è stato trovato il dente fossile

Ma cos'ha di così speciale questo dente? Scoperto a settembre 2016, dopo diversi mesi di analisi e test di confronto è stato determinata l'appartenenza a una grande scimmia, e non a una qualsiasi, ma a una che con le stesse caratteristiche del gruppo ancestrale da cui sarebbe emersa l'umanità, i cosiddetti ominini. Il dente, un canino superiore sinistro, somiglierebbe infatti a quello della celebre Lucy, l'australopiteco (Australopithecus afarensis) di 3,2 milioni di anni rinvenuto in Etiopia, con la grande differenza che esso è molto, molto più vecchio.

Per gli scienziati ciò non vuol dire necessariamente che i nostri più antichi antenati vissero in Europa (secondo la teoria più accreditata le migrazioni dall'Africa dei primi esseri umani sarebbero avvenute meno di 100mila anni fa), ma che esiste un buco di conoscenze enorme sulle nostre origini, e che molto deve essere ancora scoperto per avere un'idea chiara e precisa della storia evolutiva dell'uomo. Il ritrovamento del dente resta tuttavia un mistero, poiché nessuno sino ad oggi aveva trovato un reperto simile e soprattutto a quelle latitudini. A raffreddare l'entusiasmo dei ricercatori vi è tuttavia il secondo dente recuperato, un molare appartenente allo stesso individuo. Esso non presenta alcuna caratteristica associabile agli ominini, ma è più vicino a quello dei cosiddetti pliopitecoidi, primati estinti. Se così fosse, si ridurrebbe drasticamente l'importanza della scoperta.

Il molare a sinistra e il canino a destra
Il molare a sinistra e il canino a destra

Lunz e colleghi hanno sottolineato che il dente degno di interesse è perfettamente conservato, e vogliono coinvolgere i massimi esperti mondiali di paleoantropologia per tutte le analisi del caso. Entro un paio di anni sapremo se realmente dovrà essere riscritta la storia dell'umanità; del resto anche altre ricerche hanno trovato indizi su possibili origini europee, come quella delle orme di un potenziale hominino scoperte sull'isola di Creta. I dettagli della ricerca tedesca sono in attesa di pubblicazione, ma un'anteprima è già disponibile su researchgate.

[Credit: Museo di Storia Naturale di Magonza]

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