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Questa terapia con cellule staminali può riparare le lesioni del midollo spinale

Chiamata Stemirac, è una terapia sperimentale basata sull’infusione di staminali mesenchimali, un tipo di cellule staminali adulte multipotenti che in uno studio clinico di fase 2 ha mostrato di poter riparare i danni del midollo lesionato.
A cura di Valeria Aiello
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cellule staminali

La terapia sperimentale con staminali mesenchimali, un tipo di cellule staminali adulte multipotenti, ossia in grado di differenziarsi in tipi cellulari diversi e di rigenerare ossa, cartilagini, muscoli o tessuto adiposo, ha fornito una prova di sicurezza e miglioramento funzionale in pazienti con lesioni al midollo spinale. Per questa condizione, che rappresenta una delle principali cause di disabilità, oltre ai programmi di riabilitazione fisica intensiva che in alcuni casi possono aiutare a migliorare le capacità funzionali, le opzioni di trattamento sono praticamente inesistenti, ostacolate dall’incapacità del tessuto neurale di rigenerarsi. La possibilità di utilizzare cellule staminali rappresenta quindi una speranza significativa nella ricerca di strategie terapeutiche in grado di riparare i danni del midollo lesionato.

Speranza dalla terapia sperimentale con cellule staminali

La potenziale promessa di queste cellule, il loro cui utilizzo come terapia ha generato notevoli polemiche, – soprattutto dopo che, alla fine del 2018, il Giappone ha accelerato l’approvazione di un trattamento sperimentale prima di avere dati approfonditi di sicurezza ed efficacia – arriva dagli stessi ricercatori che hanno sviluppato questa terapia, chiamata Stemirac, e che a distanza di oltre due anni hanno dettagliato i risultati ottenuti nel trial clinico in uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Neurology and Neurosurgey.

Lo studio, condotto nell’ambito di una collaborazione sperimentale in Giappone e negli Stati Uniti, ha coinvolto 13 pazienti con lesioni del midollo spinale che sono stati trattati con un’infusione endovenosa di cellule staminali mesenchimali derivate dal loro midollo osseo. “È importante sottolineare che l’infusione per via endovenosa può influenzare non solo il sito della lesione, ma anche altre aree del sistema nervoso centrale, inclusi il cervello e i vasi sanguigni” spiegano i ricercatori, sottolineando che rispetto ad altri studi sulle lesioni midollari che hanno valutato l’utilizzo di queste cellule con altre tecniche di iniezione, l’infusione potrebbe avere particolari benefici.

Non è chiaro se sia proprio questa differenza a spiegare i risultati riportati dai pazienti. Più della metà ha mostrato miglioramenti sostanziali nella capacità di camminare o muovere le mani e, in alcuni casi, sono stati osservati miglioramenti graduali su una scala di compromissione standardizzata già un giorno dopo il trattamento, sebbene alcuni casi abbiano richiesto settimane per mostrare progressi nella condizione. Nel complesso, il miglioramento della funzione neurologica è stato registrato in 12 dei 13 pazienti a sei mesi dall’infusione, con miglioramenti funzionali registrati in tutti i pazienti. In seguito all’infusione, inoltre, non sono stati segnalati eventi avversi gravi.

Nonostante si tratti di pochi casi e che lo studio abbia diversi limiti, inclusi quelli di non essere in cieco e non avere un gruppo di controllo, i ricercatori indicano che “le osservazioni forniscono prove a sostegno della fattibilità, sicurezza e miglioramenti funzionali del trattamento con cellule staminali mesenchimali infuse nei pazienti con lesioni del midollo. Questi pazienti sembrano mostrare una tendenza al miglioramento relativamente rapido della funzione neurologica – concludono gli studiosi – spesso evidenziato entro pochi giorni dall’infusione”.

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