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Quanti sono i rifiuti di plastica che galleggiano nel Mar Mediterraneo

Lo hanno calcolato i ricercatori dell’Istituto di Oceanografia del Centro Ellenico per la Ricerca Marina stimando un carico annuo di più 17mila tonnellate, di cui quasi 4mila galleggianti.
A cura di Valeria Aiello
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La produzione globale di plastica è in costante aumento dagli Anni 50, con 368 milioni di tonnellate di plastica prodotte solo nel 2019. Un’alta percentuale di questa plastica finisce nei mari e negli oceani: le stime suggeriscono che attualmente più di 250.000 tonnellate di rifiuti di plastica negli oceani tutto il mondo. Un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Marine Science mostra che una quantità impressionante di questi detriti plastici sta galleggia nel Mar Mediterraneo.

Il Mar Mediterraneo è considerato un punto a rischio per l’inquinamento da plastica. Questo è probabilmente dovuto alle sue coste densamente popolate, alla pesca, alla navigazione, al turismo e al limitato deflusso di acque superficiali verso l’Atlantico. Allo stesso tempo, il Mediterraneo è ricco di biodiversità, il che lo rende un’area di interesse per la conservazione degli ecosistemi marini.

Il nuovo modello sviluppato dai ricercatori del Centro ellenico per la ricerca marina, in Grecia, ha tracciato i percorsi e il destino finale dei detriti di plastica nel Mar Mediterraneo, eseguendo una simulazione nel periodo compreso tra il 2010 e il 2017. Il team di ricerca ha tracciato la plastica da fonti terrestri, come fiumi, città costiere, e tenuto conto di importanti processi dispersione, come affondamento, miscelazione verticale/orizzontale, vento e correnti. Ha inoltre identificato potenziali modelli di accumulo di micro e macroplastiche nello stato superficiale, nella colonna d’acqua, nel fondale marino e sulle spiagge.

Questo ha rivelato un carico annuo di plastica che entra nel Mediterraneo è di circa 17.600 tonnellate, di cui 3.760 tonnellate attualmente galleggianti. Del totale, l'84% finisce sulle spiagge e il restante 16% finisce nella colonna d’acqua o nel fondo del mare. “Le simulazioni della distribuzione della plastica in ambienti marini sono attualmente caratterizzate da un ampio grado di incertezza. I dati sperimentali su diversi processi che influenzano il destino della plastica, come l’affondamento, l’ingestione da parte di organismi marini e la frammentazione in pezzi più piccoli sono ancora piuttosto limitati" ha affermato l’autore principale dello studio, il dottor Kostas Tsiaras.

Il nostro modello ha mostrato una ragionevole abilità nel riprodurre le distribuzioni osservate della plastica nell’ambiente marino e quindi può essere utilizzato per valutare lo stato attuale dell'inquinamento da plastica nel Mediterraneo e valutare l'impatto delle future azioni di pulizia e dei piani di gestione".

Fonti di microplastiche nelle acque reflue trattate sono state trovate principalmente vicino alle città metropolitane e alle aree densamente popolate lungo le coste francesi, spagnole e italiane. Microplastiche di dimensioni maggiori sono state trovate in aree con elevate acque reflue non trattate, come le coste al largo della Grecia e della Turchia. Le macroplastiche erano invece abbondanti nelle aree con importanti apporti fluviali come le coste algerine, albanesi e turche e vicino alle città metropolitane e alle coste altamente popolate (Spagna, Francia, Italia).

I risultati del modello possono essere utilizzati per identificare aree importanti dal punto di vista ecologico (habitat di uccelli e cetacei) o commerciale (acquacoltura e pesca) potenzialmente minacciate dall'inquinamento da plastica – ha aggiunto Tsiaras – . Questo è importante per la progettazione di piani di gestione basati sull'ecosistema e politiche per la mitigazione dell'inquinamento da plastica, che è spesso un problema ambientale transfrontaliero, poiché la plastica galleggiante può percorrere lunghe distanze dalle loro fonti”.

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