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Quali sono i rischi di un tuffo? Ecco perché lanciarsi in acqua può non essere una buona idea

Resistere al richiamo di un tuffo rinfrescante in una giornata calda è impossibile ma, senza le opportune precauzioni, può essere particolarmente rischioso. Le conseguenze più comuni possono essere dei danni all’orecchio ma, in qualche caso, un salto sbagliato può portare anche ad altro tipo di traumi e a pericolose lesioni midollari.
A cura di Valeria Aiello
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Estate, tempo di vacanze e di relax ma anche di svago e attività fisica: corsa, tennis, ciclismo, beach volley e soccer, sono giorni in cui un po’ tutti stanno praticando qualche sport all’aria aperta per scaricare lo stress e rilassarsi. Un grande classico è ovviamente il nuoto, un’attività completa che permette a tutto il corpo di muoversi, magari facendo qualche tuffo rinfrescante, richiamo irresistibile per chi ha a disposizione una piscina o magari sta trascorrendo la villeggiatura in una località di mare. Con un però perché, se da un lato entrare in acqua lanciandosi da un trampolino o una scogliera è molto divertente, d’altra parte, un tuffo richiede abilità specifiche e particolari tecniche di esecuzione per ridurre al minimo il rischio di traumi.

Fare un tuffo può non essere una buona idea

Le conseguenze – dice la dott.ssa Mariateresa Gallea in un intervento a Medical Factspossono essere molteplici: tra queste la più frequente è il  danno dovuto allo sbalzo di pressione (barotrauma) dell’orecchio medio. Altri traumi fortunatamente meno frequenti ma dalla prognosi spesso grave sono le lesioni midollari, prevalentemente a livello cervicale. Tali lesioni si manifestano in quanto l’impatto con l’acqua costituisce un trauma ad alta energia che può comportare lussazioni o fratture da scoppio a livello vertebrale. La conseguente compressione del midollo può esitare in un trauma a livello midollare che, in caso di lesioni del tratto cervicale, possono portare alla paralisi degli arti (tetraplegia) e ad alterazioni severe della funzionalità dell’apparato urinario, intestinale e sessuale”.

Gli esiti di un trauma da tuffo possono dunque essere spiacevoli e per questo è di particolare importanza prestare attenzione e osservare alcune semplici regole prima di prima di lanciarsi in acqua. Innanzitutto, occorre scongiurare il pericolo di battere la testa, accertandosi della profondità dell’acqua. “La profondità minima – aggiunge Gallea – dipende da molteplici variabili, per esempio il peso, l’altezza e l’abilità del tuffatore, l’altezza e l’angolo di incidenza del tuffo. Se il tuffo avviene dal livello dell’acqua, è necessario che la profondità superi almeno un metro e mezzo. Se ci si tuffa da un’altezza superiore al livello dell’acqua, indicativamente la profondità dell’acqua deve essere di almeno due metri superiore rispetto all’altezza del punto di lancio”.

Una regola generale, che vale anche nel caso si faccia un semplice bagno, è certamente quella di non consumare alcolici. Come spiegavamo anche qui parlando dei rischi che si corrono quando si fa una nuotata subito dopo mangiato e, soprattutto, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, l’alcol influisce sulla coordinazione dei movimenti, sugli organi di equilibrio e sui tempi di reazione, portando tra l’altro a sopravvalutare le proprie capacità.

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