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Covid 19

Quali sono i migliori sistemi per purificare l’aria dal coronavirus

Da quando si è diffusa la pandemia di COVID-19 sono diventati molto popolari i purificatori dell’aria che “promettono” di filtrare e neutralizzare il coronavirus SARS-CoV-2. Sulla rivista Chemical & Engineering News dell’autorevole American Chemical Society (ACS) sono state analizzate le tecnologie ritenute più efficaci. Ecco quali sono.
A cura di Andrea Centini
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Come specificato da Ministero della Salute, CDC e Organizzazione Mondiale della Sanità, la principale via di trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 è attraverso le goccioline respiratorie, quelle grandi (droplet) e piccole (aerosol) che espelliamo mentre tossiamo, starnutiamo, cantiamo, urliamo o semplicemente parliamo e respiriamo. Non a caso le mascherine che fungono da barriera meccanica verso le particelle infettive rappresentano uno dei principali pilastri nella lotta alla pandemia di COVID-19, assieme al distanziamento sociale e al frequente lavaggio delle mani con acqua e sapone o un gel idroalcolico. Poiché le particelle virali del patogeno una volta espulse possono permanere nell'aria, in particolar modo in quella stantia degli ambienti chiusi, negli ultimi mesi sono diventati piuttosto popolari i purificatori d'aria, basati su tecnologie differenti. Ma quali sono quelle potenzialmente più efficaci contro il SARS-CoV-2?

A indagare sui migliori purificatori d'aria anti COVID è stato il dottor Mark Peplow, che ha scritto un articolo ad hoc sulla rivista scientifica “Chemical & Engineering News”, il settimanale dell'autorevole American Chemical Society (ACS). Nell'approfondita analisi dei diversi dispositivi, i migliori sono risultati quelli che più spesso vengono installati negli ospedali e negli altri ambienti clinici, basati su un sistema di filtrazione con filtri antiparticolato ad alta efficienza (HEPA) realizzati con fibre di vetro o polimeri. "L'opinione comune è che la filtrazione HEPA sia la tecnologia migliore" per rimuovere i virus dall'aria, ha dichiarato il dottor John Holecek, ricercatore presso la società specializzata in ricerca di nanomateriali nanoComposix. La maggior parte dei sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria (HVAC) commerciali non sono progettati per ospitare filtri HEPA, spiega il dottor Peplow, ma hanno filtri con un'efficacia inferiore. Quelli classificati con un punteggio di efficienza minima “MERV” da 13 in su (su una scala di 16) vengono considerati abbastanza validi nel catturare e neutralizzare i virus presenti nell'aria.

Un'altra tecnologia in grado di uccidere i virus è quella basata sulla luce ultravioletta, che diversi studi hanno dimostrato essere ampiamente efficace anche contro il patogeno pandemico. “Sappiamo che i raggi UV uccidono i microbi dall'inizio del XX secolo”, ha dichiarato il professor David J. Brenner, direttore presso il Center for Radiological Research dell'Università Columbia di New York. Lo scienziato sottolinea che è di uso comune “sterilizzare le sale operatorie negli ospedali con luce a 254 nanometri, che rientra nella banda ultravioletta C (UVC). I raggi ultravioletti, spiega Peplow, distruggono il meccanismo alla base della replicazione virale e risultano molto efficaci. Il problema è che la luce ultravioletta può essere molto dannosa anche per la salute umana, pertanto si raccomanda di integrarla all'interno dei sistemi HVAC per filtrare l'aria aspirata, oppure di abbassare l'intensità della luce UVC affinché sia sufficiente per uccidere i virus ma non le cellule viventi.

Come terzo sistema di purificazione dell'aria, Peplow cita quelli basati su un processo chiamato ionizzazione bipolare, “in cui gli elettrodi ad alta tensione creano una tempesta di ioni positivi e negativi dalle molecole nell'aria, come l'ossigeno e l'acqua”. Gli ioni di questi sistemi sarebbero in grado di agganciarsi alle particelle virali e spingerle verso il suolo (dove diventerebbero praticamente innocue), oppure di reagire con le proteine virali e di impedire al SARS-CoV-2 di replicarsi. Ma come spiegato dall'esperto si tratta di una tecnologia emergente, che seppur potenzialmente efficace al momento non è ancora supportata da studi convincenti e sottoposti a revisione paritaria. Insomma, saranno necessarie ulteriori indagini per determinare se gli ioni siano effettivamente capaci di neutralizzare (o almeno rendere innocuo) il coronavirus SARS-CoV-2. I dettagli sui vari sistemi sono disponibili nell'articolo “Which air purification technologies can tackle COVID-19?” pubblicato sulla rivista Chemical & Engineering News.

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