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Qual è il rischio di contagio da variante Delta nei vaccinati

Lo indicano i risultati dello studio REACT-1 condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra: “Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale anti-Covid hanno tre volte meno probabilità di risultare positive rispetto ai non vaccinati”.
A cura di Valeria Aiello
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Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale anti-Covid hanno tre volte meno probabilità di risultare positive al coronavirus, anche alla variante Delta, rispetto ai non vaccinati. È quanto emerge dai risultati dello studio REACT-1, il programma di valutazione in tempo reale della trasmissione virale nella comunità, condotto dall’Imperial College di Londra e basato sull’analisi di quasi 100.000 tamponi effettuati in Inghilterra tra il 24 giugno e il 12 luglio 2021.

Durante questo periodo di studio, i ricercatori hanno osservato una crescita esponenziale del numero di infezioni, la cui prevalenza è più che quadruplicata rispetto al periodo compreso tra il 20 maggio e il 7 giugno, passando dallo 0,15% (ovvero 1 positivo ogni 670 persone) allo 0,63% (1 positivo ogni 158), probabilmente dovuta alla maggiore diffusione della variante Delta che ha completamente sostituito la variante Alfa e all’elevato tasso di infezione registrato nelle fasce di età più giovani e meno vaccinate (nove volte maggiore tra i 13 e 17 anni).

I dati, disponibili nel report in preprint e che saranno sottoposti a revisione paritaria, evidenziano che “la prevalenza di infezione tra coloro che non erano vaccinati è risultata tre volte superiore rispetto alle persone completamente vaccinate”. I risultati dello studio suggeriscono inoltre che le persone completamente vaccinate potrebbero avere meno probabilità di quelle non vaccinate di trasmettere il virus ad altri, in considerazione della carica virale media inferiore e quindi della probabile minore diffusione di virus.

Questi risultati confermano i nostri dati precedenti che mostrano come due dosi di vaccino offrano una buona protezione contro l’infezione – ha affermato il professor Paul Elliott, direttore del programma REACT della School of Public Health dell’Imperial College di Londra e primo autore dello studio – . Tuttavia, abbiamo anche osservato che esiste ancora un rischio di infezione, poiché nessun vaccino è efficace al 100%”.

L’analisi, in particolare, ha rilevato che il 44% dei casi di positività è stata riscontrata in individui completamente vaccinati, mentre la stima dell’efficacia della vaccinazione contro l’infezione sintomatica è stata del 59%, in presenza di uno qualsiasi dei tre sintomi più comuni di Covid-19 ((febbre, perdita o cambiamento dell’olfatto o del gusto, tosse persistente). “Sappiamo che alcune persone che hanno ricevuto due dosi possono ancora ammalarsi – ha aggiunto Elliott – . Quindi, anche con l’allentamento delle restrizioni, dobbiamo comunque agire con cautela, proteggendoci e riducendo così il rischio di infezione”.

La variante Delta è nota per essere altamente infettiva e, di conseguenza, possiamo vedere dai nostri dati e da quelli di altri studi che l’infezione si sta verificando anche in persone completamente vaccinate – ha aggiunto il professor Steven Riley, professore di dinamica delle malattie infettive presso l’Imperial college di Londra e co-autore dello studio – . Dobbiamo capire meglio quanto siano contagiose le persone completamente vaccinate che vengono infettate, poiché questo aiuterà a prevedere meglio la situazione nei prossimi mesi, contribuendo ad avere un quadro più completo di questa probabilità”.

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