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Creato in laboratorio il primo cromosoma di un eucariote

Si chiama Syn III ed è il primo cromosoma sintetico di un organismo fornito di un nucleo definito. La ricerca potrebbe diventare la base di ulteriori creazioni per farmaci e biocarburanti.
A cura di Redazione Scienze
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Sette anni di lavoro al termine dei quali si è raggiunto un risultato mai ottenuto prima. I ricercatori delle università di New York e del Johns Hopkins nel Maryland hanno creato il primo cromosoma di un eucariote, ossia di un organismo fornito di un nucleo definito, distinto dagli altri grazie ad un involucro nucleare nel quale è riportata gran parte del patrimonio genetico. In passato erano stati ricostruiti cromosomi più semplici di batteri e di virus, ragion per cui la ricerca americana fa compiere un ulteriore passo in avanti all'ingegneria genetica. Edoardo Boncinelli, genista dell'Università Vita e Salute di Milano, ha osservato che la creazione di un cromosoma artificiale di un organismo eucariote "è un grande passo, molto atteso, che apre la strada alla realizzazione di qualsiasi tipo di cellula artificiale che possieda specifici geni".

Il cromosoma sintetico si chiama Syn III e sostituisce il terzo cromosoma dei sedici che compongono il lievito di birra, il Saccharomyces cerevisiae, usato soprattutto per fare il pane. "Una volta che il cromosoma è inserito nel lievito – spiega ancora Bonicelli – tutto sembra funzionare, e ciò vuol dire che in futuro ai lieviti, e chissà forse anche ad altri organismi come gli insetti, si potrà far fare quello che si vuole". La ricerca americana potrebbe diventare la base su cui in futuro sviluppare in laboratorio vaccini – e farmaci in generale – o biocarburanti. L'ostacolo principale che gli studiosi hanno dovuto superare nel corso dei sette anni di ricerca è stato modificare il genoma, in questo caso del lievito, senza uccidere la cellula. I genisti hanno applicato una tecnica di scomposizione dei geni, a cui sono state apportate oltre 500 modifiche. Jef Boeke, dell'università di New York e della Johns Hopkins University, ha infatti spiegato che "quando si modifica il genoma si fa un gioco d'azzardo. Un cambiamento sbagliato può uccidere la cellula". E la rivoluzione sta là: la cellula è viva.

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