Primi uomini in “animazione sospesa”, come ibernati: testata rivoluzionaria procedura salva vita

Negli Stati Uniti è stata avviata la sperimentazione di una rivoluzionaria procedura medica di “animazione sospesa” che ha portato i primi esseri umani in uno stato assimilabile al letargo o all'ibernazione. Le reazioni chimiche/metaboliche alla base delle funzioni vitali dei pazienti, infatti, sono state praticamente arrestate, portando la temperatura del corpo tra i 10 e i 15° centigradi. La procedura, il cui nome tecnico è Emergency Preservation and Resuscitation (EPR), ovvero preservazione di emergenza e rianimazione, è stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) per un trial clinico e ha un preciso obiettivo: provare a salvare la vita a persone con pochissime speranze di sopravvivenza.
La EPR non è tuttavia pensata per qualunque paziente in condizioni critiche, ma solo per chi si trova in arresto cardiaco e ha già perduto metà del suo sangue a causa di traumi acuti, come quelli causati da incidenti stradali, colpi di armi da fuoco – un problema diffuso negli Stati Uniti – e da taglio. Quando il cuore smette di battere e le cellule non ricevono più ossigeno, restano pochissimi minuti prima che il cervello subisca danni irreversibili e sopraggiunga la morte. In questo brevissimo lasso di tempo i medici d'urgenza devono intervenire il più rapidamente possibile per provare a salvare la vita al paziente, ma le probabilità di sopravvivenza sono appena del 5 percento. È proprio qui che entra in gioco l'animazione sospesa, ideata per prolungare il tempo a disposizione dei medici – circa un paio di ore – per provare a trattare i traumi più devastanti.
Ma come funziona esattamente la EPR? In parole semplici, come spiegato dal New Scientist che ha annunciato in esclusiva l'avvio del trial clinico, i medici sostituiscono tutto il sangue dei pazienti con una soluzione salina ghiacciata che viene iniettata nei vasi sanguigni. Grazie ad essa la temperatura corporea viene rapidamente abbassata a 10-15° centigradi. Ciò arresta le funzioni metaboliche e cerebrali determinando uno stato simile a una profonda ibernazione. L'organismo viene appunto tenuto in animazione sospesa e i medici possono provare a intervenire sulle ferite che hanno reso necessario l'intervento d'urgenza. Naturalmente si tratta di una procedura estrema, ma quando le probabilità di sopravvivenza sono prossime allo zero, l'EPR potrebbe essere l'unica via di salvezza conosciuta. Dopo l'intervento, i pazienti vengono riportati alla normale temperatura e rianimati attraverso la riperfusione del sangue, una procedura non priva di rischi, dato che le cellule potrebbero danneggiarsi durante il processo. Alcuni farmaci potrebbero supportare questa fase del trattamento.
Al momento non sono note le condizioni dei primi pazienti condotti in animazione sospesa, ma il trial clinico metterà a confronto dieci casi di persone trattate con EPR con altre dieci non trattate. A condurre questa pionieristica procedura è il personale sanitario del centro medico dell'Università del Maryland a Baltimora, Stati Uniti, che ha annunciato i primi dettagli durante una conferenza tenutasi a New York, in seno al meeting dell'Accademia delle Scienze americana. Il medico a capo della sperimentazione, il professor Samuel Tisherman, ha dichiarato al New Scientist di aver iniziato a pensare a una simile procedura quando non poté salvare la vita a un giovane, pugnalato al cuore con un coltello. I risultati della rivoluzionaria EPR dovrebbero essere pubblicati su una rivista scientifica entro dicembre del 2020.