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Prima foto di un buco nero: anche l’Italia vince il Breakthrough 2020, l’Oscar della Scienza

Le scienziate italiane dell’INAF, Elisabetta Liuzzo e Kazi Rygl, hanno vinto il Breakthrough 2020 per la Fisica Fondamentale, l’Oscar della Scienza, per il primo scatto di un buco nero, insieme ad altre 345 persone. Vediamo insieme cosa c’è da sapere su questo premio e sull’immagine che ha dato ragione ad Einstein.
A cura di Zeina Ayache
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La prima foto di un buco nero superassimo vince 3 milioni di euro, questo è quanto prevede il premio Breakthrough 2020 per la Fisica Fondamentale che è stato assegnato a coloro che hanno partecipato a questa importante pubblicazione scientifica: tra le persone premiate ci sono anche le ricercatrici dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’INAF, Elisabetta Liuzzo e Kazi Rygl. Vediamo insieme cosa c’è da sapere su questo ambito premio, perché è così importante e quale è stato il ruolo dell’Italia.

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Il premio Breakthrough 2020 per la Fisica Fondamentale, che è uno dei Breakthrough Prize, considerati anche ‘gli Oscar della Scienza’, è stato assegnato alla collaborazione e dell’Event Horizon Telescope (Eht), quindi a 347 persone che dovranno dividersi i 3 milioni di euro previsti. Il lavoro di squadra ha permesso ai ricercatori, e a tutto il mondo, di poter realizzare il primo scatto di un buco nero supermassiccio.

Come spiega la descrizione stessa: “Utilizzando otto radiotelescopi sensibili posizionati strategicamente in tutto il mondo in Antartide, Cile, Messico, Hawaii, Arizona e Spagna, una collaborazione globale di scienziati di 60 istituzioni che operano in 20 paesi e regioni ha catturato per la prima volta l'immagine di un buco nero. Sincronizzando ogni telescopio, utilizzando una rete di orologi atomici, il team ha creato un telescopio virtuale grande quanto la Terra, con un potere risolutivo mai raggiunto prima dalla superficie del nostro pianeta. Uno dei loro primi obiettivi era il buco nero supermassiccio al centro della galassia di Messier 87, con massa equivalente a 6,5 ​​miliardi di soli. Dopo aver analizzato minuziosamente i dati con nuovi algoritmi e tecniche, il team ha prodotto un'immagine di questo mostro galattico, proiettato contro il gas caldo che turbinava intorno al buco nero, che corrispondeva alle aspettative della teoria della gravità di Einstein: un anello luminoso che segna il punto in cui la luce orbita attorno al buco nero, che circonda una regione oscura in cui la luce non può sfuggire all'attrazione gravitazionale del buco nero.”.

Anche l’Italia godrà di questo premio, nel team di ricerca c’erano infatti anche Elisabetta Liuzzo e Kazi Rygl dell’INAF, entrambe chiaramente entusiaste per il premio ottenuto e soddisfatte per il lavoro scientifico realizzato.

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