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Polveri sottili, monossido di carbonio, azoto: l’Italia è maglia nera per la qualità dell’aria

L’ultimo rapporto stilato dall’agenzia per l’Ambiente dell’UE annovera il Bel Paese tra gli Stati con il più alto livello di inquinamento atmosferico d’Europa.
A cura di Redazione Scienze
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Tirando le somme a proposito dell'ultimo rapporto redatto per conto dell'UE, al di là di numeri e limiti imposti, un dato emerge con chiarezza: la qualità dell'aria che si respira in Italia è tra le peggiori dell'Europa. Colpa del monossido di carbonio, dell'ozono, del particolato sospeso (o polveri sottili), ma anche del nichel, presente soprattutto nelle aree industriali del nord, e del benzene (tra le quattro stazioni europee di misurazione, l'unica a superare il limite è quella che si trova in Sicilia): l'agente cancerogeno a cui viene esposta massicciamente parte della popolazione europea (per il biennio 2008/2010 si arriva quasi al 30%) e che a breve sarà, quindi, oggetto di nuovi studi e ricerche per valutarne la tossicità.

Il rapporto dell'Agenzia UE per l'Ambiente presentato questa mattina a Bruxelles evidenzia come, in relazione al decennio 2001-2010, il nostro Paese abbia più volte sfiorato e superato i limiti imposti dalle direttive comunitarie: e così, ad esempio, nel 2010 l'Italia si è ritrovata assieme a Turchia, Bulgaria, Polonia e Stati dei Balcani occidentali con il triste primato di aver superato più volte il valore limite annuale in vigore dal 2005 a proposito della concentrazione nell'aria di particolato PM10. Malissimo anche sul fronte delle altre polveri sottili (il "particolato fine", PM2.5) dove la soglia annuale prevista per il 2010 è stata più volte sfiorata dal nostro Paese assieme a Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca. In generale, il particolato costituisce per le grandi città l'agente inquinante a più alto impatto, mettendo a rischio la salute di tutti i cittadini comunitari, come sottolineano gli autori del rapporto: la sua concentrazione nelle zone rurali risulta essere massima ancora una volta in Italia, a cui si affiancano Olanda ed Ungheria.

Nel 2010 l'Italia Settentrionale ha anche fatto registrare ripetutamente i più alti record di concentrazione di ozono nell'atmosfera, superando di oltre due volte la soglia limite e destando particolare preoccupazione per la qualità dell'aria (e della vita) in città come Milano, Bergamo, Novara e in tutta la Pianura Padana, sempre più avvelenata dall'ozono. Inoltre, negli anni 2001, 2005 e 2010, l'Italia è stato l'unico Paese a sforare i limiti imposti per l'emissione di monossido di carbonio: problemi che, oltre a esser ricondotti agli impianti industriali, in parte potrebbero esser risolti attraverso attraverso la «mobilità sostenibile» essendo anche «legati al traffico», come ha sottolineato il Ministro Corrado Clini. Resta una sola nota positiva: nel corso degli anni i superamenti su base giornaliera di PM10 sono andati leggermente diminuendo, facendo registrare un miglioramento: se può in qualche modo consolare al pensiero dell'aria nociva che, quotidianamente, bisogna respirare.

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