Più potere agli psicopatici: l’ipotesi britannica in caso di attacco atomico
1982, alle spalle c'erano l'invasione della Corea del Sud, l'occupazione di Suez, la costruzione del Muro, la crisi di Cuba, le insurrezioni di Budapest e di Praga, la prima guerra in Afganistan e altro ancora. La Guerra Fredda localizzava le tensioni, ma nessuno poteva dirsi al riparo dal conflitto nucleare ed è per questo che i piani di emergenza venivano ipotizzati, scritti e rivisti continuamente. La BBC riporta la notizia di alcuni documenti nei quali si ipotizza un attacco nucleare da 300 megatoni in Gran Bretagna. Uno scambio di battute di sedici ore tra i funzionari del governo britannico descrive lo scenario a cui, con ogni probabilità, sarebbe andato il popolo d'Oltremanica.
"Inimmaginabile" lo spettacolo di morte che avrebbe caratterizzato i luoghi sui quali fossero esplose le bombe. Allontanandosi dal centro, secondo una regolare struttura ad anelli, si sarebbe giunti in città nelle quali i vetri degli edifici sarebbero esplosi dalle finestre ed i detriti avrebbero riempito le strade. Procedendo verso gli anelli più esterni – per un totale del 50% del paese – nulla apparentemente sarebbe cambiato, ma la popolazione sarebbe stata comunque interessata dalle radiazioni e dai suoi effetti mortali. Tuttavia, dodici commissari regionali avrebbero coordinato le emergenze dai loro bunker.
Gli psicopatici, ai margini della società in tempo di pace, avrebbero potuto trovare un impiego in guerra. L'ipotesi fu avanzata da Jane Hogg, ufficiale scientifico presso il Ministero degli Interni britannico, la quale suggerì di fare leva su alcune capacità da lei attribuite a chi soffre di disturbi di natura psicologica. Secondo l'ufficiale, simili patologie si associano a persone che "non provano sentimenti verso gli altri, né hanno codici morali, e tendono ad essere molto intelligenti e logici". Insomma sarebbero stati, secondo Hogg, "ideali in tempo di crisi" e "nelle comunità che hanno subito perdite molto gravi".
I superiori della donna non si sono mostrati entusiasti verso questa teoria e così l'ipotesi è stata accantonata. Insomma, il primo intervento avrebbe impiegato soltanto polizia, militari, vigili del fuoco e dipendenti pubblici. Peter Hennessy, autore di "The Secret State" – saggio scientifico dal sottotitolo eloquente: "Prepararsi al peggio 1945-2010" – ha commento la notizia ammettendo di non aver mai visto un piano di difesa civile come quello appena emerso, nel quale si ipotizza – sebbene per poco – di valorizzare ciò che in tempo di pace viene classificato come "patologia". "Mi lascia sempre senza fiato – conclude lo studioso – il senso del dovere del funzionario pubblico, costretto a dover guardare l'abisso ed immaginare l'inimmaginabile".