Pinguino reale spiaggiato in Nuova Zelanda
È stato individuato la scorsa domenica per caso da un passante sulla spiaggia di Tora, a sud di Wellington, lungo le coste meridionali della Nuova Zelanda, probabilmente appena in tempo, viste le precarie condizioni di salute in cui versa: non è ancora del tutto chiaro come quel pinguino reale sia giunto in un punto tanto distante dall'Antartide, laddove ha visto la luce in una delle colonie del candido continente; quel che è certo è che quando è stato avvistato era fortemente disidratato, affamato e colpito da gravi compromissioni ad alcuni organi interni.
I veterinari dello zoo di Wellington, ai quali l'uccello è stato affidato immediatamente dopo il suo ritrovamento nella baia, stanno praticamente lottando contro il tempo per salvarlo: nel frattempo, comunque, il pinguino reale è già diventato una star con tanto di soprannome, Happy Feet Junior, in ricordo di Happy Feet, suo simile spiaggiatosi nel 2011 sempre in Nuova Zelanda e così battezzato in onore del celebre lungometraggio Disney. Anche in quell'occasione si resero necessarie cure che richiesero molto tempo prima che il pinguino potesse tornare a stare bene e partisse nuovamente per l'Antartide, sfruttando le capacità di abili nuotatori per cui sono famosi questi uccelli. Negli ultimi cento anni e più, soltanto altri due episodi del genere si sarebbero verificati, il che rende l'evento di fatto particolarmente singolare e straordinario.
Gli esperti ritengono che Happy Feet Junior sarebbe stato alla deriva tra i flutti per circa dodici mesi, durante i quali avrebbe percorso i 2000 chilometri che lo separano dalla sua terra natia che, secondo il veterinario capo dello zoo, Lisa Argilla, andrebbe identificata con la colonia di pinguini reali dell'isola subantartica di Macquarie; sospinto in mare aperto dalla corrente, sarebbe andato fuori rotta per poi perdere del tutto la bussola. «È molto debole e non si regge in piedi. Sta migliorando un po' ogni giorno ma è ancora in condizioni critiche. I reni non funzionano bene ma speriamo di poterlo curare, di alimentarlo e rimetterlo in salute in modo che possa tornare a casa» ha spiegato la stessa Argilla. Frullati di pesce e purè di sardine arricchiti di vitamine sono al momento il suo unico nutrimento che, si spera, possa rimettere in forza questo spaurito e smarrito animale; prima di intraprendere, come ci si augura, il viaggio verso i bianchi ghiacci antartici, la sua vera dimora.