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Piattaforma Shell alla deriva, in Alaska si teme il disastro ecologico

Quasi 600 000 litri di combustibili minacciano una vasta area inclusa nel Parco Nazionale Kodiak.
A cura di Nadia Vitali
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piattaforma shell alla deriva in alaska si teme il disastro ecologico

L'anno nuovo non inizia nel migliore dei modi per il Pianeta, con la paura che un nuovo disastro ecologico possa colpire il continente americano, mentre è ancora del tutto impossibile per gli scienziati fare la conta dei danni derivati dall'incendio della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico: questa volta, ad essere gravemente minacciata da uno sversamento è l'area settentrionale, più precisamente l'Alaska dove, pochi giorni fa, il maltempo ha determinato un incidente al quale si sta cercando di porre rimedio in queste ore.

L'incidente – Durante la serata di lunedì 31 dicembre, una forte burrasca ha spezzato i cavi che tenevano collegata la Kulluk a due rimorchiatori: la piattaforma da trivellazione di proprietà della Shell, un gigante marino da 28 tonnellate, era diretta verso Seattle per essere sottoposta ad alcuni lavori di manutenzione quando il mare in tempesta, le onde superavano i dieci metri di altezza, e le raffiche di vento fortissimo hanno tranciato i cavi. Immediato l'intervento degli elicotteri i quali, nel sorvolare l'area, hanno stabilito che, per il momento, non si è verificato alcuno sversamento: i circa 541 000 litri di gasolio e i 45 000 litri di oli lubrificanti sono al sicuro, protetti dalle paratie in acciaio della piattaforma. Grazie agli stessi elicotteri sono stati evacuati i diciotto membri dell'equipaggio mentre le condizioni meteo, sebbene in graduale miglioramento, rendono ancora piuttosto complesso l'intervento della Guardia Costiera americana. Tuttavia gli ultimi aggiornamenti provenienti dall'Alaska parlano di primi sopralluoghi effettuati, utili a determinare in che modo la Kulluk potrebbe essere rimossa dalla sua attuale posizione.

Il mostro arenato – Così, dopo diverse ore di deriva tra i flutti, la piattaforma è finita per arenarsi dinanzi al largo delle coste dell'isola di Sitkalidak, nell'arcipelago Kodiak, in pieno Golfo dell'Alaska: un paradiso di ghiacciai e foreste, abitato soltanto da foche, leoni marini e decine di specie di uccelli, tesoro di biodiversità incluso nel parco nazionale del Kodiak National Wildlife Refuge. Comprensibile, dunque, il timore del disastro ecologico, soprattutto da parte delle associazioni ambientaliste (ma non solo: anche parte del mondo accademico si schiera contro una pratica da molti giudicata rischiosissima) che da tempo puntano il dito contro la possibilità delle trivellazioni a quelle latitudini, in cui il clima presenta degli inconvenienti non da poco, mentre la scarsezza di infrastrutture renderebbe impossibile un intervento nel caso di grave incidente. Ma questi rischi, è facile immaginarlo, non fermeranno il gigante olandese dell'energia che si è limitato ad affermare che imparerà molto dall'incidente.

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