Pfizer avvia test del vaccino anti Covid sui bambini con meno di 12 anni: quando sarà disponibile
Il colosso farmaceutico americano Pfizer ha avviato la sperimentazione del proprio vaccino anti COVID sui bambini con un'età inferiore ai 12 anni. Al di là di poche eccezioni, infatti, fino ad oggi i trial clinici su questi farmaci hanno coinvolto principalmente volontari adulti, e non a caso ancora non esistono vaccini contro il coronavirus SARS-CoV-2 approvati per i più piccoli. Quello che abbraccia la fascia di età più ampia è proprio il BNT162b2/Tozinameran messo a punto da Pfizer in stretta collaborazione con la società di biotecnologie tedesca BioNTech, che è stato autorizzato dai 16 anni in su. L'AZD1222/ChAdOx1 di AstraZeneca, Università di Oxford e Advent-Irbm (società italiana di Pomezia) è invece approvato dai 18 anni in su, così come l'mRNA-1273 o CX-024414 di Moderna Inc. e National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID).
La ragione di questo ritardo nell'offrire un vaccino anche ai bambini è legato (anche) al fatto che nei più giovani, nella stragrande maggioranza dei casi, la COVID-19 si presenta come un'infezione paucisintomatica (con sintomi lievi) o asintomatica, sebbene purtroppo non manchino rari casi gravi e anche mortali. Inoltre era necessario dimostrare prima la sicurezza nei soggetti adulti. Non a caso i trial clinici avviati su adolescenti e bambini tendono ad abbracciare fasce di età sempre più basse, man mano che viene dimostrata la sicurezza e la tollerabilità in quelle superiori. Come indicato dalla CNN, questa settimana Pfizer ha iniziato a testare il BNT162b2/Tozinameran nella fascia compresa tra i 5 e gli 11 anni; se i risultati saranno considerati validi si passerà a quella tra i 2 e i 5 anni e infine a quella tra i 6 mesi e i 2 anni. Nel complesso la casa farmaceutica punta a coinvolgere nella sperimentazione clinica poco meno di 5mila bambini tra i 6 mesi e gli 11 anni, con l'obiettivo di pubblicare i risultati entro la fine dell'anno. Prima di passare a queste fasce d'età, Pfizer ha sperimentato il suo vaccino in 2.259 bambini tra i 12 e i 15 anni, ritenendolo sicuro. I dati devono ancora essere pubblicati, ma in Israele il vaccino di Pfizer è stato testato su 600 ragazzini in questa fascia di età e non ha determinato reazioni avverse.
Ai piccoli coinvolti nella sperimentazione appena avviata saranno somministrate dosi tra i 10 e i 30 microgrammi di vaccino; nello studio di Fase 1 il 75 percento riceverà il farmaco, mentre il restante 25 percento riceverà un placebo (a 6 mesi dall'avvio della sperimentazione, quando tutti i dati saranno verificati, anche i bambini trattati col placebo riceveranno il vaccino). Trovare il giusto dosaggio è un processo fondamentale, come specificato alla CNN dal dottor Buddy Creech, direttore del programma di ricerca sui vaccini dell'Università Vanderbilt e coinvolto negli studi pediatrici sul vaccino di Moderna. “Iniziamo con basse dosi e saliamo nel dosaggio fino a quando non troviamo la quadra, il momento in cui diamo loro quel tanto che basta del vaccino per ottenere la giusta risposta immunitaria ma senza una quantità elevata di effetti collaterali”. Nei giorni scorsi è stata avviata anche la sperimentazione del vaccino di Moderna sui bambini tra i 6 mesi e gli 11 anni, coinvolti nello studio di Fase 2-3 KidCOVE. AstraZeneca ha iniziato a testare il suo nei bambini/adolescenti tra i 6 e i 17 anni lo scorso febbraio, mentre a breve partiranno anche i test pediatrici del Johnson & Johnson.
In base a quanto dichiarato dall'immunologo Anthony Fauci, direttore del NIAID e a capo della task force anti Covid della Casa Bianca, è verosimile che per l'autunno saranno disponibili i vaccini per i ragazzini di medie e superiori, mentre per i più piccoli potrebbe essere necessario attendere il primo trimestre del 2022. Si ritiene tuttavia che entro l'estate saranno autorizzati i vaccini in uso di emergenza per i piccoli che hanno condizioni mediche tali da esporli alla forma grave della COVID-19. Recentemente uno studio guidato da scienziati dell'Università dell'Arkansas ha dimostrato che i bambini con insufficienza surrenalica hanno un rischio dieci volte maggiore di morire per l'infezione da coronavirus rispetto ai coetanei in salute.