Perché le foto drammatiche sui pacchetti di sigarette non funzionano con tutti
I fumatori continuano ad essere tali nonostante il bombardamento emotivo a cui sono sottoposti. I messaggi dissuasivi stampati sui pacchetti di sigarette -che nei paesi di origine anglosassone si arricchiscono di immagini drammatiche raffigurati malati terminali di tumore – non sempre producono l'effetto di far smettere di fumare. Ragione sufficiente, questa, per motivare uno studio ad hoc dei ricercatori dell'Institut universitaire en santé mentale de Montréal e della Université de Montréal. Le-Anh Dinh-Williams, primo autore dello studio, ha spiegato che "abbiamo osservato una polarizzazione a seconda di come viene raffigurato il fumo". Nello specifico trenta fumatori sono stati sottoposti alla visione di immagini positive e negative legate al fumo, mentre la loro attività cerebrale veniva monitorata nelle regioni che attengono alle motivazioni attraverso tecniche di neuroimaging. Secondo le rilevazioni, il cervello del fumatore, quando osserva immagini positive relative al fumo, risulta essere più attivo rispetto a quando guarda raffigurazioni negative. Stéphane Potvin, coautore dello studio, ha concluso che se "molti fattori rendono difficile per le persone smettere di fumare, parte della spiegazione potrebbe certamente essere che le sigarette ‘truccano' il cervello". Secondo questa interpretazione, la dipendenza da tabacco riuscirebbe ad inibire una reazione repulsiva, rafforzando o lasciando intatto l'incoraggiamento delle immagini positive legate al fumo.