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Covid 19

Perché la sospensione del vaccino anti COVID di Oxford non deve allarmarci

A seguito dello sviluppo di una “malattia inspiegabile” in uno dei volontari coinvolti nella sperimentazione di Fase 3 del vaccino anti COVID “ChAdOx1” dell’Università di Oxford, gli scienziati hanno deciso di sospendere temporaneamente i trial clinici in attesa di tutte le verifiche del caso. Si tratta di una misura di routine che non deve allarmarci.
A cura di Andrea Centini
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La sperimentazione del vaccino candidatoanti COVIDChAdOx1 (o AZD1222) messo a punto dallo Jenner Institute dell’Università di Oxford in collaborazione con l’azienda italiana Advent-Irbm (Pomezia) è stata temporaneamente sospesa, poiché uno dei pazienti coinvolti ha sviluppato una “malattia inspiegabile”. Lo ha confermato un portavoce del colosso farmaceutico AstraZeneca (la società che distribuirà il vaccino) in una mail inviata alla CNN, sottolineando che si tratta di una misura standard da seguire quando si verificano situazioni del genere. “Questa è un'azione di routine che deve avvenire ogni volta che si presenta una malattia potenzialmente inspiegabile in uno dei trial clinici, mentre si indaga sulle cause, va assicurato di mantenere l'integrità dei test”, ha specificato il portavoce della casa farmaceutica britannica-svedese.

Al momento non sono note le condizioni del volontario sottoposto alla vaccinazione sperimentale, tuttavia è presumibile che abbia sviluppato una manifestazione severa, tenendo presente che le reazioni avverse lievi alla stregua di febbre, mal di testa, dolore al sito dell'iniezione, stanchezza e altre ancora sono considerate del tutto accettabili nell'iter sperimentale di un vaccino candidato. Del resto questi malesseri si sperimentano normalmente anche dopo il comune vaccino antinfluenzale, e molti volontari li hanno manifestati dopo aver ricevuto una dose delle varie preparazioni anti COVID in sviluppo.

La sospensione della sperimentazione del vaccino, attualmente testato in ospedali di Gran Bretagna, Sud Africa e Brasile nel contesto di un ampio – e fondamentale – studio di Fase 3, potrebbe durare soltanto qualche giorno e riprendere come se nulla fosse accaduto. Il motivo risiede nel fatto che quando sono coinvolte migliaia di persone, come nel caso degli studi di Fase 3, le malattie possono comparire “casualmente” nei partecipanti, pertanto medici e scienziati devono innanzitutto capire se ciò che il paziente ha sviluppato sia direttamente connesso alla somministrazione del vaccino, o abbia un'altra origine. “In studi di grandi dimensioni, le malattie si verificheranno per caso – ha spiegato il portavoce di AstraZeneca alla CNN – ma devono essere analizzate in modo indipendente per tutte le verifiche del caso. Stiamo lavorando per accelerare la revisione del singolo evento per ridurre al minimo qualsiasi potenziale impatto sulla tempistica della sperimentazione. Ci impegniamo per la sicurezza dei nostri partecipanti e per mantenere i più elevati standard di condotta nei nostri trial”, ha aggiunto l'esperto.

La sospensione della sperimentazione del vaccino di Oxford potrebbe apparire come "allarmante", tenendo presente che si tratta di uno dei più promettenti nella lotta alla pandemia, tuttavia, come spiegato dal medico Fergus Walsh alla BBC, eventi del genere non sono rari durante l'iter clinico. A maggior ragione se si considera che è la seconda volta che viene sospesa la sperimentazione del ChAdOx1 , come spiegato da Walsh: “La prima volta è accaduta in aprile, quando i primi pazienti sono stati immunizzati”. All'epoca però la preparazione di Oxford era ancora "una delle tante", benché sempre tra le più promettenti, ma nelle ultime settimane ha guadagnato lo scettro di “capofila” dei circa 180 vaccini candidati in sviluppo, come indicato nel documento “Draft landscape of COVID-19 candidate vaccines” dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il vaccino di Oxford è costantemente sotto i riflettori e questa sospensione ha indubbiamente avuto una forte eco mediatica – AstraZeneca ha subito anche una perdita significativa in borsa -, ciò nonostante, è possibile che nei prossimi giorni i trial riprenderanno senza alcun problema. La misura intrapresa rafforza l'idea che le società coinvolte nella sperimentazione dei vaccini candidati si stanno impegnando al massimo per mettere a disposizione della comunità preparazioni realmente sicure ed efficaci, come del resto è stato affermato in una dichiarazione congiunta firmata dai principali attori di questa “corsa al vaccino”. Tra gli otto sottoscrittori, oltre al CEO di AstraZeneca, anche “BioNTech GlaxoSmithKline, Johnson & Johnson, Merck, Moderna, Novavax, Pfizer e Sanofi”, come indicato dalla CNN. Non resta che attendere le comunicazioni ufficiali della casa farmaceutica per sapere come e quando si ripartirà dopo lo stop.

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