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Covid 19

Perché la Germania prolunga il lockdown fino al 7 marzo

Pur registrando un calo complessivo dei contagi, si teme la diffusione delle varianti Covid, soprattutto quella inglese che rischia di diventare la dominante e potrebbe portare a un nuovo boom di infezioni.
A cura di Valeria Aiello
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La Germania rimarrà in lockdown fino al prossimo 7 marzo. La proroga è stata annunciata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel dopo il vertice tra il governo e i leader dei 16 stati federati sulla misure anti-Covid, con la possibilità di allentare gradualmente alcune restrizioni, riaprendo scuole ed asili dal 22 febbraio e i parrucchieri dal 1 marzo.

Si teme la diffusione delle varianti Covid

Pur registrando un calo complessivo dei contagi, la Germania “continuerà i suoi sforzi per cercare di contenere le mutazioni” ha detto la Cancelliera, difendendo la strategia anti-Covid. Il timore è rappresentato dalla diffusione delle nuove varianti, specialmente quella inglese che rischia di diventare la dominante e potrebbe causare un nuovo boom di contagi. “Dobbiamo essere estremamente cauti per non entrare di nuovo nella spirale di crescita esponenziale” ha aggiunto Merkel, avvertendo che i nuovi ceppi di coronavirus già rilevati in Germania “potrebbero distruggere qualsiasi successo” ottenuto dal Paese nel limitare la diffusione della malattia.

Finora in Germania sono state segnalate tre varianti “di preoccupazione”, inizialmente identificate in Gran Bretagna, Sudafrica e Brasile. La variante inglese B.1.1.7 è la più diffusa e rappresenta il 6% dei casi nel Paese. Una cifra che dovrebbe aumentare man mano che viene registrata “sempre più frequentemente” nel Paese, ha detto Lothar Wieler, capo del Robert Koch Institute (RKI) per le malattie infettive, l’istituto che monitora l’andamento della pandemia in Germania. Le mutazioni sono state segnalate in 13 dei 16 länder tedeschi e, secondo quanto riportato nel Regno Unito, non sono solo molto più contagiose ma potrebbero portare a una malattia più grave e a una maggiore letalità.

Preoccupa la variante inglese

Per la variante inglese, l’indice di riproduzione Rt è risultato essere tra lo 0,4 e lo 0,7 più alto del ceppo originario, indicando che può trasmettersi più facilmente e “influire sulla curva epidemica” ha allertato anche la funzionaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’emergenza in Europa Catherine Smallwood, affermando che il ceppo sta attualmente circolando in oltre la metà di tutti i Paesi europei. “Questa variante, specialmente nei Paesi dell'Europa occidentale, si sta diffondendo più rapidamente delle altre” ha detto nel briefing con la stampa.

Nel complesso, ha indicato, le restrizioni attualmente in vigore potrebbero non essere sufficienti a contrastarla. “Una volta che divenuta dominante, può avere un impatto sulla curva epidemica in generale e portare alla necessità di un approccio più restrittivo alla sanità pubblica e alle misure sociali che devono essere messe in atto in modo che i tassi di trasmissione possano diminuire”. Un commento che ha fatto seguito al severo monito del direttore del COVID-19 Genomics UK Consortium (COG-UK), l’organizzazione che comprende le agenzie di sanità pubblica e le Università britanniche, che alla BBC ha detto che la variante B.1.1.7 “spazzerà il mondo con ogni probabilità”.

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