Perché il Regno Unito infetterà 90 volontari col coronavirus
Il controverso progetto di ricerca “Human Challenge Trial” che prevede l'infezione deliberata col coronavirus SARS-CoV-2 di alcune decine di volontari (giovani e sani) si farà. Il comitato etico degli studi clinici del Regno Unito, infatti, ha dato il via libera alla sperimentazione, che avrà dunque inizio nelle prossime settimane. Del peculiare trial clinico si era già discusso nei mesi scorsi, ma si attendeva il necessario pronunciamento dell'ente predisposto. Del resto l'approvazione non era del tutto scontata, tenendo presente che il patogeno coinvolto può essere mortale anche per giovani e in perfetta salute. Evidentemente i membri del comitato scientifico hanno ritenuto saggio rischiare per il bene della comunità, innanzi a una pandemia mortale che ha già provocato 110 milioni di infezioni e ha strappato la vita a 2,4 milioni di persone in tutto il mondo (118mila vittime soltanto nel Regno Unito e 94mila in Italia).
A organizzare e condurre la sperimentazione saranno i ricercatori dell'Imperial College di Londra, in stretta collaborazione con la Taskforce dei Vaccini britannica, il Royal Free London NHS Foundation Trust e la società hVIVO, specializzata nello studio delle malattie infettive. Gli scienziati coinvolgeranno 90 volontari sani tra i 18 e i 30 anni, mai esposti al coronavirus SARS-CoV-2 (saranno sottoposti a tamponi oro-rinofaringei, test sierologici e altri esami per accertarlo). Dopo aver superato le visite mediche saranno esposti a vari dosaggi del virus e per due settimane posti sotto stretta osservazione medica in un laboratorio di massima biosicurezza, ma il monitoraggio medico durerà per tutto il tempo necessario. I volontari che si lasceranno infettare dal coronavirus verranno pagati 4.500 sterline ciascuno.
L'obiettivo dello studio è comprendere meglio il patogeno emerso in Cina e l'evoluzione della COVID-19 (l'infezione che scatena). Ad esempio, gli scienziati vogliono sapere qual è la carica virale necessaria affinché si determini l'infezione e qual è la risposta del sistema immunitario all'inizio dell'invasione virale, oltre che capire quali caratteristiche hanno le persone che svilupperanno o non svilupperanno i sintomi della patologia. Com'è noto una larga parte delle infezioni è asintomatica o paucisintomatica (con sintomi lievi), e solo in una piccola percentuale dei pazienti si sviluppa la forma grave e potenzialmente fatale della COVID-19.
In futuro i volontari coinvolti nello Human Challenge Trial potranno fornire preziose informazioni anche sull'efficacia dei vaccini di seconda generazione (molte case farmaceutiche sono al lavoro su aggiornamenti delle proprie preparazioni) e sulle varianti emergenti. L'approvazione attuale, tuttavia, prevede l'utilizzo del solo lignaggio originale del SARS-CoV-2, quello che ha determinato il maggior numero di contagi e decessi nel Regno Unito, prima della comparsa della variante inglese B.1.1.7 (o Variant of Concern 202012/01 – VOC-202012/01) identificata a settembre del 2020, e che nel giro di poche settimane è diventata quella dominante in varie regioni. Il governo britannico ha investito oltre 30 milioni di sterline nel progetto di ricerca “Human Challenge Trial” ed è verosimile che in futuro i finanziamenti aumenteranno.