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Perché potrebbe essere necessario il mix di vaccini anche per la terza dose

Lo indicano i primi risultati di uno studio americano che ha valutato il livelli di anticorpi indotto da un boost di un vaccino diverso da quello utilizzato per il primo ciclo vaccinale.
A cura di Valeria Aiello
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L’uso di diverso vaccino Covid per la dose booster potrebbe funzionare meglio di una dose aggiuntiva dello stesso vaccino utilizzato nel primo ciclo vaccinale. Lo indicano i primi risultati di uno studio clinico di fase 1-2 presentati venerdì alla Food and Drug Administration (FDA), che sta valutando la possibilità di somministrare una dose di un diverso vaccino per i nuovi richiami, tra i tre autorizzati negli Stati Uniti (Pfizer-BionTech, Moderna e Johnson&Johnson). In tutto, i ricercatori hanno confrontato nove gruppi di 50 volontari ciascuno, osservando che il cambio di booster ha aumentato il livello di anticorpi contro il coronavirus, indipendentemente dalla combinazione con cui sono stati somministrati.

L’analisi, pubblicata in preprint sul server di stampa MedRxiv, ha indicato risultati particolarmente sorprendenti per i vaccinati con Johnson&Johnson, che quando hanno ricevuto come booster vaccinale lo stesso vaccino, hanno visto aumentare il titolo di anticorpi solo di quattro volte. Il passaggio a un booster Pfizer-BionTech ha aumentato i livelli di anticorpi di un fattore 35, mentre un booster di Moderna li ha aumentati di 76 volte. Un boost eterologo, indipendentemente dalla combinazione, ha aumentato il titolo anticorpale dalle 6,2 alle 76 volte, indicano i ricercatori. A due settimane, tutti i titoli anticorpali sono aumentati rispettivamente di 28,7 volte e 20,9 volte, nelle nove combinazioni prime-boost.

La coautrice dello studio, la dottoressa Kirsten Lyke della School of Medicine dell’Università del Maryland, ha però messo in guardia dal trarre conclusioni affrettate dai risultati osservati finora. I ricercatori sperano entro il prossimo mese di sapere quanto bene i diversi booster aumentano non solo il livello di anticorpi contro l’agente patogeno, ma anche di cellule T, che sviluppano la capacità di riconoscere e eliminare le cellule infette. E in questo, Johnson&Johnson, potrebbe brillare.

Per il monodose sviluppato da Janssen, la FDA ha votato a favore dell’autorizzazione di una dose richiamo per rafforzare l’immunità di chi aveva ricevuto la prima di questo vaccino. È però possibile, indica il New York Times citando il dottor Peter Marks, principale regolatore dei vaccini della FDA, che ai vaccinati non venga richiesto di ricevere lo stesso vaccino come richiamo. L’Agenzia sta anche valutando la possibilità di modificare la dicitura sulle etichette di tutti e tre i vaccini, per indicare che è possibile ricevere un vaccino diverso a propria discrezione.

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